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«Ritratto della signora Porta» (1901) di Rembrandt Bugatti, stimato 80-120mila euro

Cortesia di Pandolfini

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«Ritratto della signora Porta» (1901) di Rembrandt Bugatti, stimato 80-120mila euro

Cortesia di Pandolfini

Una wunderkammer di sculture da Pandolfini

In asta il 12 giugno a Firenze raffinati oggetti, dal Medioevo ai primi del Novecento

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Elena Correggia

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Leggio del XVII secolo stimato 18-30mila euro. Cortesia di Pandolfini

Un piccolo bronzo di Rembrandt Bugatti, inedito per il mercato e custodito a lungo in una collezione privata, sarà il lotto di punta dell’asta di sculture e oggetti d’arte che Pandolfini allestisce il 12 giugno a Firenze. Valutata 80-120mila euro, firmata e datata 1901, l’opera raffigura il «Ritratto della signora Porta». Per un artista come Bugatti, divenuto famoso soprattutto per la sua passione per gli animali, specialmente selvaggi, che studiava per ore e ore soggiornando negli zoo, di Parigi e di Anversa, si tratta quindi di un soggetto quanto mai raro. Un esempio di figura umana, che agli inizi del secolo lo scultore immortalava ispirandosi alle modelle incontrate ai bagni pubblici o alle persone appartenenti alla sua cerchia di amici e famigliari. Si tratta probabilmente dell’unica fusione dal gesso che lo stesso artista definì «Macchietta della Signorina Porta», esposto alla Quadriennale di Torino del 1902. Oltre al nome nulla si sa dell’elegante dama seduta su di una poltroncina che (secondo Véronique Fromanger, autrice del catalogo ragionato dello scultore) fu ideata dal designer Carlo Bugatti, padre dell’artista. Il momento è particolarmente propizio per Rembrandt di cui Bonhams ha appena battuto il record personale, il 5 giugno a Parigi, per un pezzo unico fuori dal comune e mai passato in asta, ovvero un gruppo di tre pantere che camminano, del 1905, aggiudicate per 3,68 milioni di euro. L’asta di Pandolfini propone poi una serie di preziosi e ricercati oggetti da Wunderkammer. A cominciare da un gruppo in argento, cristallo, pietre dure e vetri colorati raffigurante la «Samaritana al pozzo», frutto dell’abilità di maestranze orafe siciliane della prima metà del XVIII secolo (la stima è di 28-40mila euro). Oltre alla scena centrale del pozzo, l’insieme si caratterizza per il tripudio di argento lavorato in forma di grande albero con foglie e frutti in vetri policromi e ancora con i fini dettagli di una fontana a muro, di alcuni vasi e di un’anfora.

Una blasonata provenienza dà lustro invece a una grande cassetta in legno interamente decorata in pastiglia dorata con coperchio inciso, di bottega fiorentina, risalente al 1440-1470 ca (20-30mila). Esposta nel 2015 a Milano per la mostra «Il Tesoro d’Italia», è stata allora attribuita a Maso di Bartolomeo, scultore, architetto, orafo e fonditore toscano che collaborò con Donatello e Michelozzo. Il gusto antiquario proprio di Donatello è ben evidente nei decori del coperchio, che reca fra l’altro nel motivo ornamentale le insegne della famiglia Orsini. Ciò collega lo scrigno a Clarice Orsini di Monterotondo, consorte di Lorenzo il Magnifico, probabilmente come dono di nozze da parte del marito. Un’altra opera dell’oreficeria siciliana, in questo caso trapanese del Seicento, è un leggio in argento sbalzato e bronzo dorato con applicazioni di vetri policromi (18-30mila). Sul piano di appoggio, coperto nella parte frontale da una lamiera d’argento lavorata a sbalzo, il centro è occupato da un grande scudo sagomato e coronato, sul quale si trova il punzone dell’argentiere. Si passa infine al Settecento per apprezzare un grande gruppo in biscuitTrionfo di Bacco e Sileno», modellato su due livelli ad opera di Filippo Tagliolini (18-30mila). La complessa e dinamica composizione di cinque figure trova riscontro in altri tre esemplari conservati al Museo di Capodimonte e in due custoditi al Museo di San Martino di Napoli.

«Trionfo di Bacco e Sileno» di Filippo Tagliolini stimato 18-30mila euro. Cortesia di Pandolfini

Elena Correggia, 11 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

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Una wunderkammer di sculture da Pandolfini | Elena Correggia

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