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Chiara Fumai «I Did Not Say or Mean "Warning"», videoinstallazione, Premio Furla 2013. Courtesy Fondazione Furla, Fondazione Querini Stampalia e APalazzo Gallery

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Chiara Fumai «I Did Not Say or Mean "Warning"», videoinstallazione, Premio Furla 2013. Courtesy Fondazione Furla, Fondazione Querini Stampalia e APalazzo Gallery

Un'artista di consapevolezza, rigore e forza: addio a Chiara Fumai

Mariella Rossi

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Bari. Ha scosso il mondo dell'arte la notizia dalla scomparsa prematura di Chiara Fumai (Roma, 1978), che si è tolta la vita il 16 agosto a Bari.
Già vincitrice della quattordicesima edizione del Premio New York, della nona edizione del Premio Furla e invitata a documenta 13, sarebbe stata impegnata il prossimo anno in numerose mostre, tra cui una personale in Belgio alla galleria Tatjana Pieters di Gand e una presso la Doppelgaenger di Bari. Proprio da Antonella Spano, cofondatrice della galleria pugliese e vicina all’artista, residente a Milano ma che a Bari ha mosso i primi passi, sono arrivate le precisazioni sulle modalità dell’atto estremo della Fumai, dopo che nelle prime ore erano circolate delle indiscrezioni. Antonella Spano la ricorda come «un’artista che ha lavorato e vissuto con grande consapevolezza, rigore e forza».
Nelle sue performance in forma di conferenza, che avevano caratterizzato la sua personale modalità espressiva, era solita forzare i meccanismi della società dei media e del linguaggio, introducendo un’immaginaria star della musica degli anni Settanta e Ottanta («Chiara Fumai presenta Nico Fumai», a partire dal 2010) e dando vita a intense figure femminili e antieroine. L’atto performativo veniva completato anche da una ricerca nell’ambito del suono, dell’installazione, del video e della fotografia.

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Mariella Rossi, 21 agosto 2017 | © Riproduzione riservata

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