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Lavinia Trivulzio
Leggi i suoi articoliCon un colpo che sa di debutto e di dichiarazione d’intenti, Phillips è ufficialmente entrata nel mondo dei dinosauri. Mercoledì sera scorso, a New York, la casa d’aste ha venduto per 5,4 milioni di dollari Cera, un giovane Triceratopo di 66 milioni di anni fa. Era la prima volta che Phillips proponeva un dinosauro in catalogo; non sarà l’ultima. L’esemplare, stimato 2,5 milioni di dollari al ribasso, ha più che raddoppiato la valutazione iniziale, conquistando collezionisti e specialisti. A pesare non è stata solo la spettacolarità della creatura ma anche la sua unicità scientifica: si tratta del primo Triceratopo giovane mai rinvenuto nella Hell Creek Formation del Sud Dakota, uno dei siti più ricchi e celebri del pianeta.
Mentre il mercato dell’arte contemporanea rallenta, quello dei fossili continua a mostrare un dinamismo sorprendente. Negli ultimi due anni si sono registrati risultati record: nel 2024 uno Stegosaurus è stato venduto per 44,6 milioni di dollari, nel luglio 2025 Sotheby’s ha piazzato un Ceratosaurus giovane per 30,5 milioni, cinque volte la stima iniziale. Un trend che appare tutt’altro che episodico. Gli esemplari paleontologici di grande qualità si stanno ritagliando un posto ibrido fra arte, rarità naturale e oggetto da collezione globale. La stessa Phillips, che ha visto il volume totale delle vendite ridursi di oltre il 30% rispetto al picco del 2022, dichiara apertamente che l’apertura alle scienze naturali risponde a una domanda crescente tra i collezionisti.
A battezzare lo scheletro è stato un riferimento pop: Cera, come la giovane Triceratops del film d’animazione The Land Before Time (1988). Non una coincidenza. Con i suoi tre corni, la frangia protettiva e un’aura da gigante gentile, il Triceratops è uno dei dinosauri più riconoscibili e più amati dal grande pubblico. L’esemplare venduto da Phillips è morto a circa quattro anni di età e conserva parti cruciali della sua anatomia che permettono agli studiosi di decifrare una fase della vita dei dinosauri ancora poco documentata: la crescita e lo sviluppo dei ceratopsidi. La casa d’aste ha definito la possibilità di trovare un secondo esemplare così ben preservato “virtualmente impossibile”. Per decenni i dinosauri sono stati protagonisti dei musei di storia naturale, delle tavole scientifiche e dell’immaginario infantile. Oggi sono diventati anche un asset da collezione, con aste milionarie, compratori globali e una competizione sempre più serrata tra le grandi case d’asta. Il recente caso del giovane Triceratops “Cera”, venduto da Phillips per 5,4 milioni di dollari, segna solo l’ultimo capitolo di un fenomeno in crescita esponenziale: il mercato dei fossili come categoria da investimento culturale.
L'interesse dei collezionisti per i fossili non è del tutto nuovo, ma l’escalation si è resa evidente negli ultimi dieci anni, soprattutto dopo alcuni momenti-soglia: nel 2018 un Tyrannosaurus rex venduto da Christie’s raggiunge 31,8 milioni di dollari, triplicando la stima. Tra il 2020 e il 2024 Stan, un T. rex scheletrico quasi completo, vola a 31,8 milioni (2020). Un gigantesco Stegosaurus raggiunge 44,6 milioni nel 2024, diventando il fossile più caro mai venduto. Nel 2023 un Gorgosaurus supera i 6 milioni, con acquirenti che spaziano da musei privati a fondi patrimoniali. Quest'anno, 2025, Sotheby’s vende un Ceratosaurus giovane per 30,5 milioni, cinque volte la stima. Phillips entra ufficialmente in questa categoria con la vendita di Cera, il primo Triceratops giovane della storia paleontologica, risultato un nuovo “blue chip fossil”.
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