Gianfranco Fina
Leggi i suoi articoliNel catalogo figurava come top-lot una delle 12 tazze Aldobrandini, quella che al centro presenta la figura dell’imperatore Nerone, proposta con una stima di 2-3milioni di dollari, presentata con una esauriente scheda ricca di foto. Oggetto spettacolare, con una lunga e ben documentata storia alle spalle, molteplici pubblicazioni e considerato uno dei capolavori dell’oreficeria rinascimentale, è stato però venduto privatamente prima dell’asta e ancora non si conosce né l’acquirente né il prezzo pagato, lasciando tutti noi spettatori, speranzosi di assistere a una competizione particolarmente brillante e combattuta, a bocca asciutta. Quindi escludendo questo lotto dalle statistiche relative ai risultati, possiamo confermare che è stato venduto l’82 % delle opere con un risultato finale di circa 5.560.000 dollari al martello e circa 6.630.000 dollari con i diritti del 26% inclusi; le basi d’asta (escludendo le cifre relative dalla tazza Aldobrandini) oscillavano tra i 6.5-11,4 milioni di dollari; quindi, la stima minima è stata pienamente raggiunta.
Nello svolgimento dell’asta non sono mancate le sorprese, ad esempio la coppia di statue in marmo rappresentanti rispettivamente Giove seduto sopra un’aquila e Giunone con un pavone tra le braccia, alte circa un metro e scolpite in marmo di Carrara dal fiorentino Piamontini attorno al primo terzo del Settecento, hanno decisamente polverizzato la base d’asta di 200-300mila dollari; il martello, maneggiato da una pazientissima battitrice d’asta, ha battuto infatti la cifra di 850mila dollari, che con i diritti sono diventati 1.071.000. Sappiamo che giocare con le carte può essere molto dispendioso, ma da ieri sono molto costose anche le carte stesse; infatti, un mazzo eseguito ad Augsburg nel 1616 ha raggiunto la cifra di 567mila dollari; naturalmente il mazzo era in argento e vermeil e si trattava di un oggetto rarissimo già appartenuto all’Infanta di Spagna Carlotta Gioacchina di Borbone poi regina del Portogallo, un divertissement del tutto inutile. La coppa con coperchio costruita con argento, vermeil e pietre preziose attorno a un uovo di struzzo, alta ben 47 cm, realizzata ad Augsburg da Andreas Wickert nel 1651 ha raggiunto la cifra di 478mila dollari, sfiorando così la stima minima di 500mila dollari; lo stesso risultato l’ha ottenuto il nautilus montato in vermeil, opera del maestro di Norimberga Hans Clauss del 1641 che però era stato ottimisticamente stimato da Christie’s 700mila-1 milione di dollari.
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La commode in ebano laccato giapponese e decorato con vernis, con montature in bronzo dorato di epoca Luigi XV attribuita a Joseph Baumhauer (1765 circa)
Le sorprese negative sono state l’invenduto della coppia di piatti e relative brocche in vermeil con le armi di Giorgio I, realizzate ad Hannover nel primo quarto del XVIII (stima 800-1.200.000 dollari) e quello relativo alla scultura della leopardessa con i cuccioli, realizzata nel raro marmo giallo tigrato da Antonio Moglia, che, proposta a 300mila-500mila dollari, non ha trovato nessun acquirente.
L’identica cifra di 378mila dollari è stata raggiunta da due diversi mobili francesi, il primo, una commode eseguita da Joseph Baumhauer nel 1765, in stile transizione era decorata con pannelli in lacca giapponese nera ed oro e guarniture in bronzo dorato, già appartenuta a Misia Sert, musa di Renoir, Toulouse-Lautrec e Picasso (stima 400mila-600mila dollari); il secondo invece un secretaire d’epoca neoclassica eseguito da Philippe-Claude Martigny , con antichi pannelli di lacca giapponese «namban» e vernis Martin, oggetto raffinato e di grande qualità. Sono state pressoché tutte vendute con cifre variabili tra i 2.500 ed i 62mila dollari le 33 porcellane cinesi del Settecento decorate in bianco/blu e montate in bronzo dorato di molte tipologie diverse così come il nutrito gruppo di oggetti realizzati in vetro color rubino e montature in vermeil, opere per lo più realizzate in Germania nel XVII secolo, con cifre variabili tra i 1.200 ed i 37mila dollari.
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