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«L’arrivo dell’ambasciatore francese a Venezia» del Canaletto nelle collezioni dell'Ermitage

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«L’arrivo dell’ambasciatore francese a Venezia» del Canaletto nelle collezioni dell'Ermitage

Venezia firma un accordo triennale con l'Ermitage: mostre, pubblicazioni e borse di studio

Lidia Panzeri

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Venezia. Ripartono i progetti della Fondazione Ermitage Italia, ospitata a Venezia, dopo un periodo di parziale sospensione delle attività. Lunedì 6 novembre, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, presidente del Comitato direttivo di Ermitage Italia  e Michail Piotrovskij, direttore generale del museo di San Pietroburgo hanno firmato un protocollo d'intesa che prevede collaborazione a livello scientifico, convegni, l’assegnazione di borse di studio, la pubblicazione di cataloghi in russo e in italiano. Intenso anche il programma espositivo, grazie alla collaborazione tra Irina Artemieva, curatrice della Pittura veneta per il museo di San Pietroburgo e Gabriella Belli, direttrice dei Musei Civici Veneziani, pronubo il segretario generale di Ermitage Italia, Maurizio Cecconi.
Si comincia nel 2018 quando al Centro Candiani di Mestre (una novità la sede prescelta, volta a valorizzare la terraferma) saranno esposte opere, molte delle quali inedite, di artisti italiani attivi tra il XVII e XIX secolo appartenenti all’Ermitage. In concomitanza con la Biennale di Architettura, a Palazzo Fortuny si terrà una mostra incentrata sul tema delle rovine, da quelle archeologiche a quelle contemporanee. Gran finale nel 2019: nella ricorrenza dei 250 anni della morte di Canaletto a Palazzo Ducale è in programma una retrospettiva del grande vedutista veneziano. La mostra sarà ospitata in prima battuta al Grand Palais di Parigi e poi a Venezia. Dall’Ermitage sono garantiti tre prestiti, tra cui il fondamentale «L’arrivo dell’ambasciatore francese a Venezia» del 1727. Nell’occasione saranno anche organizzate delle «giornate Canaletto».

Sul versante delle pubblicazioni, è stato annunciato il catalogo aggiornato (in italiano) Da Bernini a Canova. La scultura italiana dei secoli XVII-XVIII, a cura di Sergej Androsov,  direttore del Dipartimento di Arte dell'Europa occidentale dell'Ermitage. Fu Pietro il Grande (1672-1725) a dare origine al collezionismo di statue, incaricando i suoi emissari di reperire, soprattutto in territorio veneziano,  statue in marmo, pietra più resistente ai rigori del clima, per i suoi palazzi e i suoi giardini: da qui i capolavori del Bernini, in prevalenza bozzetti in terracotta di opere sue famose quali l’«Estasi di santa Teresa», di Alessandro Algardi e soprattutto di Canova, con due vertici assoluti della sua arte come «Amore e Psiche» e le «Grazie».
Quanto alla sede, la Fondazione Ermitage Italia è ospitata  è all’interno degli spazi delle Procuratorie Vecchie, in piazza San Marco, al momento in restauro. Torneranno pienamente agibili entro due anni.

L’accordo è stato reso possibile dalla certezza dei finanziamenti: 100mila euro all'anno per tre anni garantiti dal Mibact, rappresentato dal sottosegretario Pier Paolo Baretta, a cui vanno aggiunti i 50mila euro sempre per tre anni, della Lavazza, che nel 2016 ha avviato una partnership con il museo di San Pietroburgo.

«L’arrivo dell’ambasciatore francese a Venezia» del Canaletto nelle collezioni dell'Ermitage

Lidia Panzeri, 07 novembre 2017 | © Riproduzione riservata

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