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Christine Macel e Paolo Baratta alla presentazione della 57. Biennale d'Arte di Venezia. Foto: La Biennale

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Christine Macel e Paolo Baratta alla presentazione della 57. Biennale d'Arte di Venezia. Foto: La Biennale

Venezia, la Biennale di Christine Macel è Viva

Bando all'individualismo: l'artista siede a tavola con il pubblico e i padiglioni diventano «transpadiglioni», stanze della poesia

Lidia Panzeri

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Venezia. «VIVA ARTE VIVA» è il titolo scelto da Christine Macel, curatrice della 57. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia in programma dal 13 maggio al 26 novembre 2017. Una carica di energia che la Macel trasmette ai giornalisti convocati ieri per la sua prima conferenza .
«Un giro di boa», l’ha definito il presidente della Biennale, Paolo Baratta, riferendosi alla precedente  edizione, curata da Okwui Enwezor che aveva invece messo l’accento sulle tragedie umane. E aggiunge: «L’opera d’arte  è presentata nel suo nascere. Il che non implica un giudizio sul suo futuro. Questo spetta ai critici».
L’artista è protagonista assoluto anche nel dialogo con il pubblico, non solo quello specialista. Per questo, ogni settimana, secondo il progetto «Tavola aperta», un artista pranzerà con i visitatori.
Sogni e utopie, energia vitale e dimensione spirituale quale antidoto all’indifferenza e all’individualismo, in un momento che vede la crisi dell’umanesimo. Sembrerebbe uno spazio esclusivo riservato ai giovani. Non è così. Tra scoperte e riscoperte saranno esposte le opere di diverse generazioni di artisti e di diverse aree culturali: America Latina, Medio Oriente, Asia ed Europa,  estesa fino alla Russia. «Saranno organizzati in una sequenza di padiglioni, di “stanze” della poesia. Questi padiglioni, o meglio “Transpadiglioni", precisa la Macel, si succedono senza soluzione di continuità come tanti  capitoli di un libro».  Tanti differenti universi rivolti verso l’altro. In questo consiste la generosità degli artisti. Che dovranno motivare le loro scelte con video di breve durata, proiettati nel corso della mostra, con i loro contributi in catalogo (bandito ogni intervento di critici, fatta eccezione, ironizza la Macel, per se stessa) e persino costituire una biblioteca con la lista dei libri preferiti. «Sarà una Biennale con gli artisti, degli artisti e per gli artisti».
A questi stessi criteri sono invitati ad attenersi anche i padiglioni stranieri. Per ora in numero di 57,  ma che dovrebbero raggiungere gli 80 all’inizio della manifestazione.
Per i nomi dei prescelti, invece, bisognerà attendere il mese di aprile.

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Lidia Panzeri, 23 settembre 2016 | © Riproduzione riservata

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