Alessandro Martini
Leggi i suoi articoliTra Sanmicheli e Mendini, arte e design contemporanei
Villa Amistà, a pochi chilometri da Verona, sorge sui resti di una «casa forte» romana sulla quale, nel ’400, il grande architetto e urbanista rinascimentale Michele Sanmicheli realizzò il corpo centrale di una villa in stile veneziano, mentre l’attuale costruzione, di Ignazio Pellegrini, è del ’700 e contiene affreschi e reperti. Abbandonata dalla seconda guerra mondiale, è stata acquistata nel 1999 da Dino Facchini, imprenditore nel campo della moda, e riqualificata nei suo spazi interni da Alessandro Mendini, a partire dal 2004, anche per ospitare una grande collezione d’arte contemporanea (raccontata da Gabriella Belli nel volume), con opere acquistate e commissionate dallo stesso Facchini: Vanessa Beecroft, Damien Hirst, Marc Quinn, Anish Kapoor, Giulio Paolini, Beatriz Millar, Peter Halley... E poi mobili e oggetti dei designer Eero Saarinen, Eero Aarnio, Ettore Sottsass, Ron Arad, Philippe Starck, Marcel Wanders... Oggi Villa Amistà è sede del Byblos Art Hotel.
Extra Ordinary Byblos Art Hotel
a cura di Maria Chiara Antonini, fotografie di Paolo Riolzi, 192 pp., 110 ill. col., Electa, Milano 2024, € 42
L’intramontabile fascino dei Grand Hotel. In Svezia...
Nel 1929 era stata Vicki Baum a ritrarre la vita inquieta e variopinta in un grande albergo e la sua clientela internazionale e mondana, nel suo Grand Hôtel: un romanzo corale di straordinario successo ambientato nella Berlino dei primi anni della Repubblica di Weimar, trasposto al cinema in un film tuttora indimenticato, con Greta Garbo e Joan Crawford. Ora è la volta del Grand Hôtel di Stoccolma, nel 1901. È qui che Ruth Kvarnström-Jones (nata e cresciuta in Inghilterra, ma da più di trent’anni residente nella capitale svedese) ambienta il suo romanzo, un folgorante successo in patria e in corso di traduzione in tutto il mondo. Un grande affresco storico che ci fa rivivere i primi anni del Novecento, tra turismo internazionale e rivoluzione sociale e dei costumi. Nella sontuosa sala dei banchetti fervono i preparativi per la prima cerimonia d’assegnazione del Premio Nobel. Ma il Grand Hôtel, orgoglio nazionale, è sull’orlo del fallimento. Per risollevarne le sorti viene chiamata Wilhelmina Skogh, capace negli anni precedenti di avviare una sua catena d’alberghi di grande successo. Tuttavia si sa, una donna al comando (anche in Svezia) può dare fastidio a qualche uomo... Il personaggio storico di Skogh è una figura chiave dell’imprenditoria femminile, che ha forgiato il turismo e l’hotellerie di lusso in Europa all’inizio del XX secolo. Una figura per molti versi rivoluzionaria.
Le formidabili donne del Grand Hôtel
di Ruth Kvarnström-Jones, traduzione di Francesca Toticchi, 480 pp., Editrice Nord, Milano 2024, € 19
... e nella Riviera ligure
Perfetta la copertina del romanzo Bordighera Grand Hotel, con due eleganti signore ritratte da Vittorio Corcos: una in rosso, con tanto di parasole e cappellino di paglia e volant in tinta; l’altra con cappello da marinaretto e canottiera a righe sopra un’ampia gonna bianca. Sullo sfondo, il mare. Nel 1899, anno in cui prende il via la vicenda narrata nel romanzo, l’Hotel Angst di Bordighera è un albergo rinomato nell’alta società europea e tappa obbligata per gli inglesi che soggiornano nella Riviera ligure. Erano ancora tanti, ricchi, innamorati del Sud e del Mediterraneo, del sole e del folklore locale. Laura Calosso dipinge un affresco della Belle Époque, fra aristocratici blasé, artisti inquieti e uomini d’affari pronti a tutto.
Bordighera Grand Hotel
di Laura Calosso, 360 pp., Sem, Milano 2023, € 20
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