Emmanuele Bo
Leggi i suoi articoliÈ annoverata tra i capolavori architettonici del Liberty in Italia: da qualche mese Villa Zanelli, posizionata tra l’Aurelia e la spiaggia di Natarella, è tornata ai fasti di un tempo al termine di un restauro sostenuto dalla Azienda Regionale Territoriale per l’Edilizia (Arte) della Provincia di Genova e dalla Regione Liguria, grazie a fondi ministeriali. Edificata nel 1907 su volontà dell’aristocratico nonché capitano di lungo corso Nicolò Zanelli, diventerà sede di una struttura ricettiva, dopo circa 25 anni di abbandono.
Venduta nel 1930 al Consorzio per l’Assistenza Climatica e Balneare alla Fanciullezza del Comune di Milano e quindi utilizzata come colonia estiva per i bambini, l’elegante residenza durante la seconda guerra mondiale fu anche utilizzata come campo ospedaliero. Dal 1967 al 1998 è stata una struttura regionale specializzata nel trattamento dei malati cardiopatici, fino al crollo di una parte che ha reso inevitabile la chiusura dell’edificio per motivi di sicurezza e il conseguente abbandono.
La villa venne edificata tra il 1905 e il 1908 su progetto dell’ingegnere torinese Pietro Fenoglio, cui si deve anche la direzione lavori, mentre gli elementi decorativi vennero affidati allo scultore Carlo Musso, come appurato dagli architetti Erminia Airenti ed Enrica Bodrato nel loro contributo del 2021 in «Storia della costruzione: percorsi politecnici» (a cura di Edoardo Piccoli, Mauro Volpiano, Valentina Burgassi, Construction History Group-Politecnico di Torino Dad). Fenoglio era il protagonista della stagione Liberty torinese, esponente di quella «nuova arte» presentata all’Esposizione internazionale d’Arte decorativa moderna tenutasi a Torino nel 1902 e organizzata tra gli altri anche da lui.
Riccamente decorata, la villa è circondata da un lussureggiante giardino, riqualificato e valorizzato durante i mesi di restauro. La dimora è articolata da sporgenze e rientranze per far spazio ad ampi bacini e terrazzi, pinnacoli di impronta secessionista, corpi curvilinei, bovindi e torri che ne articolano i volumi. L’edificio è caratterizzato da una torre laterale, slanciata e possente, e dalla presenza sulla facciata di eleganti maioliche biancoazzurre (i colori tradizionali della ceramica savonese). Ci sono inoltre fregi, figure prospicienti di genere naturalistico, balconi, terrazzi e guglie a forma di conchiglia, distribuite con armonia e che le donano un aspetto fiabesco.
L’edificio versava in stato di degrado già da diversi anni, con infiltrazioni di acque meteoriche che avevano causato il distacco dei controsoffitti in canniccio decorati. Ora che è tornata a risplendere si attende ancora la sua inaugurazione e nel frattempo si sta progettandone la sostenibilità nel futuro. L’intenzione è farla diventare una struttura ricettivo-alberghiera e si sta cercando un gestore in grado di portare avanti tale progetto. Su quest’obiettivo pende la spada di Damocle del rigassificatore, che la Regione Liguria vorrebbe collocare a tre chilometri dalla costa, proprio di fronte alle spiagge su cui s’affaccia Villa Zanelli. L’installazione dell’impianto è fortemente osteggiata dai savonesi, perché temono che possa compromettere l’ambiente marino e il turismo: oltre duemila persone sono scese in piazza per protestare contro il progetto.
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