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Lidia Panzeri
Leggi i suoi articoliLa Scuola Grande della Misericordia è il primo intervento architettonico veneziano di Jacopo Sansovino, che la progettò nel 1532. Un segno nuovo che traghetta la tradizione rinascimentale verso il Manierismo.
Tale mutamento è paradossalmente esaltato dalla nudità dei mattoni a vista della facciata esterna. Quanto agli spazi interni si articolano in due piani: quello a terra, scandito in tre navate da eleganti colonne bifore, in marmo; quello al primo piano, ancora più suggestivo nella sua semplicità, è costituito da una grande aula vuota che compete, quanto a dimensioni, con la sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale.
Lo ribadisce l’architetto Alberto Torsello, autore del progetto di restauro e direttore dei lavori iniziati nel giugno del 2014 e appena terminati per un costo di 9 milioni di euro finanziati da Smv Spa affiliata alla Umana Spa.
Risale al novembre del 2009 la convenzione tra il Comune di Venezia, che aveva predisposto interventi di consolidamento della struttura (giunta Cacciari), e l’Umana Spa (appartenente all’attuale sindaco di Venezia Luigi Brugnaro), secondo la quale la società si impegnava a completare il restauro dell’edificio in cambio della concessione del suo uso per 40 anni. Nel corso del tempo l’edificio ha mutato più volte le sue funzioni, tanto che da ultimo era sede delle attività della squadra di basket locale.
Da qui la scommessa di conciliare un restauro a carattere prevalentemente conservativo con i segni di cinque secoli di storia e di uso. Un difficile equilibrio, specie per quanto riguarda gli affreschi di scuola di Paolo Veronese che decorano le pareti dell’aula al primo piano. Intervenire su quelli meglio conservati paradossalmente fa risaltare ancora di più lo stato di deterioramento degli altri.
In questo caso è prevalsa l’arte di saper arretrare limitandosi a conservare, che non ha escluso, in altre circostanze, quella di essere audacemente innovativi, come nella scelta del materiale del pavimento in acciaio abbrunato. Per non citare tutti gli aggiornamenti tecnologici inseriti nei locali di raccordo progettati per un uso plurifunzionale dell’edificio quale sede espositiva o congressuale, ma anche di concerti, fiere o banchetti.
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