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Daido Moriyama, «Il maestro del bianco e nero». È così che è conosciuto ovunque il settantanovenne «fotografo di strada» giapponese, noto per le immagini graffianti scattate nelle vie delle metropoli: «quegli scatti, dice lui, raccontano il mio mondo interiore; le emozioni e i sentimenti che provo ogni giorno, camminando per le strade di Tokyo o di altre città, come un vagabondo senza meta».
Ma c’è anche un altro Moriyama: quello delle immagini a colori, nelle quali al contrario descrive ciò che incontra «senza filtri, come si presenta ai miei occhi», spiega. «Il bianco e nero è aspro e riflette il mio carattere solitario. Il colore è gentile, riguardoso, come mi pongo nei confronti del mondo».
A questo secondo versante, mai esposto in Italia, è dedicata la personale «Daido Moriyama in Color», curata da Filippo Maggia per la Galleria Carla Sozzani (dall’8 novembre al 10 gennaio). In mostra 130 fotografie inedite degli anni fondativi del suo percorso (tra la fine dei Sessanta e i primi Ottanta) quando, affascinato da On the Road di Jack Kerouac e immerso nella contestazione studentesca, Moriyama registrava con scatti anche formalmente «anarchici» la vita del proprio Paese.
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