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Redazione GDA
Leggi i suoi articoliSi è spento ieri, 1 settembre, all’età di 73 anni Emilio Prini. L’artista, nato a Stresa, la cui opera è sempre stata contraddistinta da forte tensione concettuale e dal rapporto tra artista, fruitore e ambiente, aveva preso parte nel 1967 all’esposizione, curata da Germano Celant, «Arte povera – Im Spazio», alla Galleria La Bertesca di Genova, mostra che aveva aperto l’esperienza dell’Arte Povera. L’anno seguente la personale «Pesi, spinte, azioni» nella medesima galleria, e la partecipazione ad una esposizione a Roma, rilevante al pari di quella della Bertesca, «Teatro delle mostre» alla Tartaruga. Sempre a Roma, nel 1971 è a «Contemporanea» con la cura di Achille Bonito Oliva. Numerosoe le presenze, tra anni Sessanta e Settanta, in contesti internazionali come «Prospekt 68» alla Kunsthalle di Düsseldorf nel 1968, «Op Losse Schroeven» allo Stedelijk di Amsterdam nel 1969.
Nello stesso anno è invitato da Harald Szeemann a prendere parte a «When Attitudes Become Form» alla Kunsthalle di Berna: vi partecipa senza inviare opere. L’anno seguente, con il medesimo spirito di smaterializzazione dell’opera e dell’artista, espone per «Processi di pensiero visualizzati» al Kunstmuseum di Lucerna il telegramma «Confermo la mia partecipazione» con cui aderisce all’iniziativa.
Nel 1970 prende parte a «Conceptual Art Arte Povera Land Art» presso la Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino e a «Information» al MoMA di New York. Del 1971 è la personale «Merce tipo standard» a Roma presso L’Attico di Fabio Sargentini, nel garage di via Beccaria. Dagli anni Ottanta l’attività espositiva di Prini si fa meno serrata ma non mancano occasioni espositive di notevole rilievo come «Documenta X» nel 1997 a Kassel, e la mostra «Arte Povera» del 2011 alla Tate Gallery di Londra. Nel giugno di quest’anno partecipa a «L’Inarchiviabile / The Unarchivable» a Milano, a cura di Marco Scotini presso Fm Centro per l’Arte Contemporanea.

Emilio Prini, Ipotesi sullo spazio totale
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