Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

«Autoritratto» (1971) di Vincenzo Agnetti. © Archivio Agnetti, cortesia di BUILDING

Image

«Autoritratto» (1971) di Vincenzo Agnetti. © Archivio Agnetti, cortesia di BUILDING

Agnetti con Manzoni e Castellani nella Milano anni ’60 e ’70

Da Building un percorso espositivo che si irradia nei Chiostri di Sant’Eustorgio e nel Museo Diocesano

Image

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Un protagonista, Agnetti, due «comprimari» della caratura di Castellani e Manzoni e, sullo sfondo, la Milano degli anni ’60 e ’70, sono al centro della mostra «Vincenzo Agnetti. Autoritratti Ritratti, Scrivere. Enrico Castellani Piero Manzoni» curata da Giovanni Iovane per Building, dove la rassegna (realizzata con Archivio Agnetti, Fondazione Castellani, Archivio Manzoni) sarà visibile dal 23 ottobre al 18 gennaio.

Ancora una volta il percorso s’irradierà nella città, nella Cripta paleocristiana e nella Sala Capitolare dei Chiostri di Sant’Eustorgio e nella Sala Fontana del Museo Diocesano Carlo Maria Martini, dove i lavori più spirituali di Agnetti, da «Ritratto di Dio», 1970, ad «Apocalisse nel Deserto», 1969-70, saranno posti in dialogo con opere di Castellani e Manzoni.

In galleria il percorso si articola in due sezioni («Autoritratti Ritratti» e «Scrivere»), la prima delle quali presenta famose opere di Agnetti (1926-1981), dai «feltri» alle personalissime interpretazioni del genere del ritratto, come «Quando mi vidi non c’ero», 1971, «Autotelefonata (No)», 1972, «Identikit», 1973, «Elisabetta d’Inghilterra», 1976, fino al «Suonatore di fiori», rimasto incompiuto per la sua improvvisa scomparsa.

Nella sezione «Scrivere» va invece in scena il suo sodalizio con Manzoni (1933-63) e Castellani (1930-2017), sui quali Agnetti scrisse acuti interventi critici. Ecco allora alcune opere dei due artisti, selezionate fra le più affini al pensiero di Agnetti, fra le quali «Litografia originale», 1968, lavoro a quattro mani che presenta sul recto il lavoro di Castellani, sul verso un testo di Agnetti e, di Manzoni, le «tavole di accertamento», le «linee» e altre opere, che rinviano al tema del ritratto come la «Base magica» del 1961.

«Autoritratto» (1971) di Vincenzo Agnetti. © Archivio Agnetti, cortesia di BUILDING

Ada Masoero, 22 ottobre 2019 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

L’artista attiva nella scena contemporanea del Sudafrica torna da Monica De Cardenas con tutte opere inedite: immagini di interni popolate dalla sua amata natura, ritratta con colori densi e vivi

Frutto dell’accordo siglato nel 2024 con la Pinacoteca di Brera, «L’Arte che cura» porta opere delle collezioni del museo in un luogo di sofferenza per offrire conforto ai pazienti e a tutto il personale sanitario. La rivisitazione seicentesca della «Madonna del velo» apre le danze

Il 28 giugno prenderà avvio la sesta edizione del progetto lanciato dalla Fondazione Elpis nel 2020: a conclusione delle proprie residenze artistiche, venti artisti italiani e internazionali mostreranno le proprie produzioni site specific elaborate a stretto contatto con gli abitanti locali

È stato presentato il progetto di massima del restauro architettonico e della rifunzionalizzazione dell’edificio di Brixia, che sarà valorizzato da Chipperfield in quanto «sito archeologico, manufatto e luogo nato con l’originaria funzione di ospitare l’attività teatrale»

Agnetti con Manzoni e Castellani nella Milano anni ’60 e ’70 | Ada Masoero

Agnetti con Manzoni e Castellani nella Milano anni ’60 e ’70 | Ada Masoero