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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliReggio Emilia. Non certo un buon modo di celebrare un testo, uno dei primi best seller dell’epoca moderna, come ha raccontato il 14 maggio la «Gazzetta di Reggio Emilia».
Era il 22 aprile 1516, cinquecento anni e un mese fa, quando a Ferrara veniva pubblicata la prima edizione dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto (1474-1533).
Se a Ferrara, città in cui Ariosto morì e in cui il padre, Niccolò, aveva un ruolo centrale nella corte del duca Ercole I d'Este, è prevista dal prossimo 24 settembre, a Palazzo dei Diamanti, la grande mostra «Orlando Furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi» (a cura di Guido Beltramini e Adolfo Tura), nella natia Reggio, città di provenienza anche della madre del letterato, Daria Malaguzzi Valeri, le cose andrebbero peggio. Il Mauriziano, la casa di proprietà comunale dove Ariosto visse a lungo, è da almeno un trentennio, a parte qualche piccola e sporadica apertura, chiusa al pubblico e un finanziamento messo a bilancio dal Comune per restauri e messa in sicurezza finora è lettera morta. L’ampia decorazione parietale interna all’edificio, in parte attribuita a Nicolò dell’Abate, presenta numerose ed evidenti crepe e ancora mancano finanziamenti specifici per la loro manutenzione. Anche il parco che circonda l’edificio è in una situazione «complicata», mentre le statue celebrative di Ariosto e dell’altro grande poeta locale Matteo Maria Boiardo, autore dell’Orlando innamorato, sono collocate oggi ai giardini pubblici della città reggiana, sporche e poco visibili.
Intanto però, giovedì 19 e venerdì 20 maggio il Teatro Valli di Reggio accoglierà il convegno «Orlando Furioso 15162016 – Nuovi studi ariosteschi per il quinto centenario “dell'editio princeps”».

Ludovico Ariosto, Orlando Furioso, Ferrara, Giovanni Mazzocchi, 22 aprile 1516
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