Federico Florian
Leggi i suoi articoliMilano. Dopo sei anni di attività, lo spazio milanese di Lisson Gallery chiude i battenti. «Abbiamo deciso di concentrarci sulla doppia sede londinese e sulle due gallerie di New York, accanto a un programma più fitto di attività in tutto il mondo», dichiara in uno comunicato ufficiale la galleria, che quest’anno festeggia il suo cinquantesimo anniversario. La storia di Lisson Milano comincia nel settembre 2011 con una collettiva a cura di Ryan Gander. È stata la prima galleria internazionale ad aprire un avamposto italiano, innescando così un nuovo trend tra i galleristi europei e americani: seguiranno Gagosian Roma nel 2007; Gavin Brown ed Emanuel Layr nel 2015, sempre nella Capitale; quest’anno Victoria Miro a Venezia; e l’anno prossimo Thomas Dane a Napoli. Lisson ha portato in via Zenale artisti storici della propria scuderia e giovani talenti come Yorinde Voigt e Florian Pumhösl. Una parabola che si è conclusa, lo scorso maggio, con una personale di Spencer Finch. La speranza è che la chiusura di Lisson Milano non inneschi un effetto domino tra le gallerie straniere «in residenza» in Italia.
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