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Irma Blank nel suo studio a Milano negli anni settanta. Foto di Paolo Maderna. Si ringrazia la Galleria P420

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Irma Blank nel suo studio a Milano negli anni settanta. Foto di Paolo Maderna. Si ringrazia la Galleria P420

CONTINENTE ITALIA | Irma Blank

Artisti italiani, virtuosi non virtuali: le tecniche, i temi e le quotazioni di mercato dei nomi più votati dell'inchiesta

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Redazione GdA

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La cosa che per prima salta all’occhio della biografia di Irma Blank è questa cosa di una ragazza tedesca (Celle, 1934) che a vent’anni, nel 1955, si trasferisce in Sicilia, a Siracusa. Quanta deve essere stata la distanza tra questi due posti, il cielo e il mare della Sicilia e la gente di una città a nord Hannover, sotto Amburgo.

Oggi a Milano prosegue quello che, ormai a distanza di cinquant’anni, non sembra nemmeno più un lavoro sulla scrittura o sulla poesia visiva, come appariva ai suoi albori, quanto un lunghissimo percorso interiore, un mantra lungo mezzo secolo, su quel crinale un po’ morandiano o, per citare un altro tedesco, alla Peter Dreher, che induce a dipingere un quadro in assonanza e in continuità con quello precedente e con quello che seguirà; un esercizio per la propria anima innanzitutto. Come se, ripetendo un gesto per una vita intera si riuscisse a renderlo più essenziale; e, alla fine, dopo tutta la sua ripulitura, in quel luogo dove c’è spazio solo più per l’idea, giungesse la poesia, arrivasse l’arte.

Per questo di tutti i lavori di Irma Blank, a partire dagli «Avan-testo» o dai «Radical Writings», per citare due imponenti cicli dell’artista, quello che più di tutti testimonia il suo attaccamento al lavoro, e alla pratica costante è «Gehen / Second life», del 2018 (pennarello blu su carta trasparente). Qui l’artista, fiaccata da un problema fisico transitorio, non si ferma, e continua a scrivere - per necessità con la mano sinistra questa volta. In questi lavori dal tratto incerto e ballonzolante sta la forza del gesto e della sua perfetta continuità. La forza di questo lavoro tra necessità poetica e formale e bisogno spirituale.

«Mi mancava il rito della scrittura manuale.
Lo sguardo che si era fermato sul sociale ora si orientava verso l’interno,
verso la profondità, l’oscuro dell’io.
Un rovescio dell’anima.
Nascono grandi lavori.
A due mani, in pugno fasci di biro, scrivevo in andamento rotatorio, l’essenza della vita.
Illeggibili, impenetrabili. Sono gli Avant-testo.
Specchio dell’inconscio e tempo congelato.»

Irma Blank

Tra le mostre è utile citare, «Irma Blank: Blank, Travelling show» ICA, Milano; «Fuori», XVII Quadriennale d’arte, Palazzo delle Esposizioni, Roma; «Drawing Wow 2», a cura di Anna Gille, Philip Loersch e Tim Plamper, Kunstsaele Berlin, Berlin; «Irma Blank», a cura di Johana Carrier e Joana P. R. Neves, CCA – Centro d’Arte Contemporanea di Tel Aviv e Fondazione Bauhaus, Tel Aviv, «Scrivere Disegnando. Quand la langue cherche son autre», a cura di Andrea Bellini e Sarah Lombardi, Centre d’Art Contemporain Genève, Genève; «Painting Between the Lines», Luxembourg & Dayan, New York; «1978 Arte e Femminismo in Italia», a cura di Marco Scotini & Raffaella Perna, FM Centro per l’Arte Contemporanea, Milano; «No habrá nunca una puerta. Estás adentro». Obras de la Coleção Teixeira de Freitas, Santander Fundación, Madrid; «Irma Blank, works from the collection of Museion», a cura di A. Hapkemeyer, Museion, Bolzano; «Global Writings», Galerie Gregor Podnar, Berlin; «Irma Blank», «Life Time», Alison Jacques Gallery, London; Irma Blank, «Life Line», P420, Bologna.

Irma Blank, Celle, 1934
· Galleria P420 (Bologna)
· Prezzi: 15mila – 100mila euro

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Una mappa dell'arte italiana nel 2021
 

Irma Blank nel suo studio a Milano negli anni settanta. Foto di Paolo Maderna. Si ringrazia la Galleria P420

Redazione GdA, 15 febbraio 2021 | © Riproduzione riservata

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