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Culturespaces riapre Maillol

Luana De Micco

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Chiusa l’esperienza di Patrizia Nitti, il Musée Maillol riparte quest’anno grazie al gigante privato dei servizi aggiuntivi

Il Musée Maillol riaprirà le porte al pubblico a settembre. Il museo parigino dell’Hôtel Bouchardon, fondato nel 1995 da Dina Vierny, musa dello scultore Aristide Maillol, aveva chiuso i battenti il 15 febbraio scorso. Ufficialmente per lavori, in realtà il museo si trovava in grave crisi dopo il fallimento della Tecniarte, la società gestita da Patrizia Nitti che dal 2009 organizzava tutte le mostre temporanee del museo per conto della Fondation Dina Vierny-Musée Maillol. Con la Nitti il musée Maillol si era aperto all’arte italiana con le mostre su Artemisia Gentileschi, Canaletto, gli Etruschi o il tesoro di san Gennaro. L’ultima era dedicata alla dinastia Borgia. Ma molte sono state criticate e il museo da tempo subiva un grosso calo di visitatori. Il «Journal des Arts» aveva parlato nel 2013 di un buco di 1,3 milioni di euro nelle casse della Tecniarte. 

Il Musée Maillol ha ormai voltato pagina. Il presidente della Fondation Vierny e figlio di Dina Vierny, Olivier Lorquin, ha annunciato di aver firmato un contratto di dieci anni con la società di gestione di siti culturali Culturespaces. Bruno Monnier, che ne è il fondatore e presidente, ha spiegato i dettagli: «Il contratto prevede che Culturespaces versi un affitto fisso per mille metri quadrati di spazio espositivo e la spartizione equa dei ricavi della biglietteria».
A Culturespaces è affidata la produzione delle mostre temporanee e l’allestimento dell’esposizione permanente. Secondo le prime informazioni, la mostra permanente, con la collezione di Dina Vierny di sculture di Maillol e opere di artisti del XX secolo, sarà allestita al secondo piano, mentre piano terra e primo piano accoglieranno le mostre temporanee, due all’anno. La programmazione sarà orientata sull’arte moderna e contemporanea. Ma Culturespaces si occuperà anche dell’accoglienza del pubblico, della biglietteria, della boutique e di tutti gli spazi commerciali. 

Prima della riapertura, la facciata del museo con la fontana delle Quattro Stagioni, opera di Edmé Bouchardon, catalogata come monumento storico, verrà inoltre restaurata. Monnier punta ad attirare 300mila visitatori all’anno. «Mi sento rinato, ho una gran voglia di fare. Con Patrizia Nitti, ha osservato Lorquin, restavo a guardare in disparte ciò che succedeva in casa mia». L’ex direttrice artistica del museo ha risposto tramite il quotidiano «Le Monde»: «Culturespaces non accetterebbe mai le condizioni che mi erano state imposte. Olivier Lorquin, ha aggiunto, mi aveva consegnato le chiavi del museo e la cattiva gestione della Fondazione. Ho speso più di un milione di euro per fare del Maillol un museo moderno». La rottura tra la Nitti e Lorquin si era portata dietro una scia di polemiche a febbraio 2015, che erano state soffocate rapidamente.

Spazio dunque a Culturespaces. La società fondata nel 1991, proprietà all’85% del gigante energetico Engie (Monnier detiene il restante 15%), è il principale operatore culturale privato in Francia. Il sistema che propone ai suoi interlocutori è semplice: il versamento di un canone fisso in cambio della gestione totale del sito per almeno vent’anni. Oggi Culturespace ha in concessione una dozzina di siti culturali, tra cui la bella «vetrina» del Musée Jacquemart-André, a Parigi, proprietà dell’Institut de France. Fuori Parigi, la Villa Ephrussi de Rothschild a Saint-Jean-Cap-Ferrat, il Musée de l’automobile di Mulhouse, il giovane Caumont Centre d’Art di Aix-en-Provence (che Culturespaces ha acquisito nel 2012), e le Carrières des lumières di Baux-de-Provence, le cave di pietra bianca dove sono organizzati spettacoli multimediali. Tra i siti archeologici, il teatro antico di Orange e la Maison Carrée di Nîmes. All’estero, il campo di battaglia di Waterloo, in Belgio. In tutto Culturespaces gestisce l’accoglienza di circa 2,8 millioni di visitatori, più di quanto fa la Réunion des musées nationaux, che si occupa del programma delle Galeries Nationales del Grand Palais e di una ventina di musei in tutta la Francia.

Luana De Micco, 07 gennaio 2016 | © Riproduzione riservata

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