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Il Palazzo Ducale di San Cesario di Lecce

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Il Palazzo Ducale di San Cesario di Lecce

Il calore e la luce di Lecce

Massimiliano Cesari

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San Cesario di Lecce (Le). Dal 26 novembre al 30 dicembre, presso il Museo d’arte contemporanea del Palazzo Ducale, si terrà la collettiva di scultura e pittura «L'arte e il suo calore», a cura di Flaminio Gualdoni. Cinque artisti pugliesi si confronteranno: due scultori, Giovanni Valletta (1936), Salvatore Sava (1966) e tre pittori, Gino De Rinaldis (1954), Marcello Leone (1950) e Domenico D’Aria. Personalità con linguaggi e generazioni differenti: elementi che in questo caso non costituiscono un limite ma, al contrario, un valore aggiunto alla qualità della ricerca. I protagonisti, come scrive Gualdoni in catalogo, «hanno, tutti, una patria, e tutti son cresciuti tra le luci del Mediterraneo e le materie sapienti dell’antica Contea di Lecce, dunque risentendo in se stessi il retaggio impellente dell’arte come elemento incontrattabile d’humanitas».

Una mostra un po’ controcorrente rispetto a quanto è più in voga nel contemporaneo: si ritorna all’analisi dell’oggetto e non all’estemporanea performance dell’«artista/attore», insomma all’effimero si predilige la sostanza del fare arte. Artisti che presentano all’interno dei propri linguaggi, anche dopo numerose esperienze fuori territorio, ancora un forte «sguardo nativo».
Valletta porta avanti una ricerca scultorea concentrata sull’analisi «tradizionale» delle forme geometriche. Attraverso un equilibrato dialogo di volumi, resi maggiormente espressivi dall’impiego di materiali diversi e dal colore, entra in osmosi con lo spazio circostante, enfatizzandone la componente costruttiva dello stesso. Un’operazione caratterizzata da un forte rigore compositivo, che non prende però il sopravvento sui valori intellettuali dell’opera.
La scultura di Sava, invece, ha come fulcro della propria poetica figurativa il rapporto con il contesto ambientale (rurale e industriale), significato dall’impiego della locale pietra leccese, dal legno, dal ferro e da cromie volutamente urticanti, come il giallo flou, simboli di una società postindustriale nemica della Natura. Una scultura che si potrebbe definire «sociale», dedicata all’uomo, grande inquinatore della Terra, ma il solo che potrebbe salvarla.
Gino De Rinaldis concentra l’attuale analisi pittorica sulle «essudazioni», un procedimento fortemente legato al supporto, che gli consente di ridurre ulteriormente il tessuto dell’immagine, quasi «sfilandola» dalla tela, fino alla essenza della stessa. Un’operazione tecnica ma soprattutto intellettuale, con la quale interviene ulteriormente sulla semantica dell’immagine, dal cui ordito, sembrano stillare nuovi elementi compositivi.
Barbagli luminosi solcano le superfici pittoriche di Marcello Leone: una pittura leggera, di vibrazioni luminose. Luce e colore appaiono essere i mezzi espressivi prediletti dall’artista, con cui opera nel campo dell’espressionismo astratto, realizzando «paesaggi» interiori con vitali presenze segniche.
Pittura informale anche per Domenico D’Aria, caratterizzata da un’intensa matericità, con la quale struttura composizioni «inquiete». Una tecnica che gli permette di rendere maggiormente eloquente il gesto pittorico; opere il cui impasto cromatico riporta alla primordiale materia.

Il Palazzo Ducale di San Cesario di Lecce

Massimiliano Cesari, 02 novembre 2016 | © Riproduzione riservata

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