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Il medico pittore

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Redazione GdA

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Al Museo Mazzetti una retrospettiva di Alberto Cibrario

 

Dal 30 luglio al 2 ottobre il Museo Civico Arnaldo Tazzetti ospita «Alberto Cibrario (1877-1962). Un medico pittore tra Torino e Usseglio», la più ampia retrospettiva finora dedicata all’artista torinese, nipote di Luigi Cibrario (1802-70), storico e politico del Regno d’Italia. Le 45 opere selezionate dalla curatrice Daniela Berta, direttrice del museo, sono organizzate in 5 sezioni («I paesaggi», «Gli interni», «I ritratti di famiglia», «Le tavole anatomiche» e «I fiori») e accompagnate da una ricca sezione documentaria che riunisce fotografie, lettere e pubblicazioni scientifiche dello stesso Alberto Cibrario. Alla professione di chirurgo (durante la prima guerra mondiale fu tenente colonnello medico), affiancò infatti l’attività di pittore: studiò con Giacomo Grosso e Felice Carena e iniziò a esporre nel 1907 e la presentazione di suoi dipinti alla Società Fiorentina di Belle Arti nel 1913 ottenne successo di critica e vendite. All’attività pittorica (tra il 1915 e il 1933 espose con regolarità alla Società Promotrice di Belle Arti di Torino) e di illustratore per testi didattici e riviste di anatomia, abbinò l’insegnamento all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino (dal 1929 occupò la cattedra di Anatomia artistica), diventandone successivamente il direttore.

 

Tra i dipinti esposti a Usseglio, paese con il quale Alberto Cibrario ha mantenuto uno stretto legame, come dimostra la recente acquisizione, da parte del Museo Tazzetti, della tavola «La scrivania» (1937): «Usseglio. L’antico complesso parrocchiale», «Un angolo della mia scuola all’Accademia», «La figlia Elena nel salotto di casa», «Lo studio» (1936-52), «Il salotto della casa di corso Francia» e un «Autoritratto». La mostra si inserisce nel ciclo di mostre, inaugurato nel 2014, dedicate alla pittura di secondo Ottocento e primo Novecento, con particolare attenzione agli artisti che raffigurarono le Valli di Lanzo come Giuseppe Sauli d’Igliano, Cesare Ferro Milone, Domenico Buratti e Vittoria Cocito.

 

Redazione GdA, 22 luglio 2016 | © Riproduzione riservata

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