A poco più di cento giorni dal suo insediamento, Alessandra Quarto, neodirettrice del Museo Poldi Pezzoli, una delle gemme del circuito museale milanese, ha presentato il piano strategico per il triennio 2023-25. Quattro i pilastri: valorizzare la collezione permanente, rafforzare l’identità, migliorare l’accessibilità e aprirsi alla città.
Tutti, spiega Alessandra Quarto (architetto, due incarichi da Soprintendente alle spalle e l’impegno accanto al direttore generale James Bradburne nel riallestire la Pinacoteca di Brera), sono frutto dall’ascolto da lei prestato ai bisogni espressi dal pubblico mentre si preparava al bando internazionale indetto, allo scadere del mandato di Annalisa Zanni (40 anni al Poldi Pezzoli!), per la nomina del nuovo direttore. Arrivata in museo, si è aggiunto l’ascolto dello staff, dei custodi e, nuovamente, del pubblico, ora grazie alla collaborazione con l’Università Iulm di Milano e Invisible Studio.
Riguardo al rapporto con la città, ha spiegato Alessandra Quarto, «il museo ha un’identità forte, che deve però andare al di là della “Dama del Pollaiolo” (capolavoro celeberrimo della collezione, Ndr), per aprirsi ai tanti altri tesori che custodisce»: in quest’ottica, si terranno piccole mostre dossier («più adeguate delle grandi esposizioni agli spazi del museo») su alcuni dei suoi capolavori, esordendo con la «Vergine leggente» attribuita ad Antonello da Messina, donata di recente al Poldi Pezzoli, posta a confronto con la «Madonna Salting» di Antonello, dalla National Gallery di Londra.
Ma, per meglio comunicare con la città, si porranno anche dei banner in facciata, con altri famosi dipinti della collezione che, nell’ambito del progetto di maggiore accessibilità (non solo fisica), grazie all’accordo con Atm, Azienda Trasporti Milanesi, compariranno anche in affissioni ai capolinea («Pop Up Poldi/Capolinea») delle linee metropolitane di Milano: il Poldi Pezzoli, del resto, fu il primo museo a proporsi in metrò, negli anni ‘80, quando lo dirigeva Alessandra Mottola Molfino.
E lo stesso accadrà, grazie a Grandi Stazioni, nelle stazioni ferroviarie italiane e negli aeroporti, nell’ottica di un consolidamento della conoscenza del museo anche a livello nazionale. A questi strumenti, e ai canali social già attivi, si aggiungeranno i podcast dedicati a una fascia vasta di pubblico. E anche il sito web sarà rinnovato. «Il museo, continua Alessandra Quarto, si proporrà come un’agorà cittadina, aprendosi ai dibattiti della contemporaneità (e in aprile ha già aperto i suoi spazi anche al linguaggio della fotografia, in occasione di Mia Photo Fair) e la serra diventerà un luogo dove fermarsi, leggere un libro, godere del verde del giardino».
I primi risultati si sono già visti con l’apertura durante la pausa pranzo e con le visite, molto apprezzate, dedicate ai capolavori del museo, tenute ogni lunedì da Lavinia Galli e Federica Manoli. Ma per perseguire tutti gli obiettivi saranno necessari interventi di riallestimento, razionalizzazione e illuminazione (nel vano dello Scalone Antico innanzitutto, dove sono esposti dipinti importanti ora poco invisibili, al pari delle sculture), e poi nuove didascalie «raccontate», anche con QR code, nuovi pannelli di sala e una segnaletica di orientamento.
Quanto alle mostre, dopo quelle già programmate da Annalisa Zanni «L’oro bianco. Tre secoli di porcellane Ginori» (dal prossimo ottobre a febbraio 2024), «Andrea e Cristoforo Solario tra Milano e l’Europa nel Rinascimento» (da ottobre 2024 a febbraio 2025) e «Capolavori lombardi: miniature tra XIV e XVI secolo» (dall’autunno 2025), il museo si muoverà sulla linea degli «Ospiti illustri»: il primo sarà Rembrandt con la «Ragazza in una cornice», dal Castello Reale di Varsavia, ma sono in corso collaborazioni con il Metropolitan Museum e la Frick Collection di New York, con il Museo di Capodimonte di Napoli e con altri musei. Rinnovato anche il bookshop, con oggetti inediti e accattivanti, anche in e-commerce. Insomma, il dono di Gian Giacomo Poldi Pezzoli alla sua città intende aprirsi a tutti. Lo dice anche il nuovo claim che, attraverso i volti dei suoi dipinti, ci dice confidenzialmente «Ti aspetto al Poldi!».
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