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Redazione GDA
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Simona Fregoni, Presidente della Commissione case popolari e demanio zona 9 Milano
Vorrei segnalare lo stato di grave degrado in cui versa il Borgo Pirelli, il villaggio operaio dell’omonima industria costruito nel 1923 nel quartiere Bicocca e ora di proprietà di Aler Milano.
Questo luogo riveste una importanza non solo storica, quale prezioso reperto di archeologia industriale, ma anche artistica. Composto da 30 villette e una palazzina centrale, detta «il casone», il Borgo fu edificato come residenza, vicina al luogo di lavoro, per i dipendenti della fabbrica, in un’area periferica della città.
Gli stabili furono affidati, per la costruzione e la gestione, all’Istituto Autonomo Case Popolari del Comune di Milano, ma i criteri e le assegnazioni degli alloggi rimasero di competenza dell’azienda: se un operaio veniva licenziato o si dimetteva, perdeva anche la casa. Le villette sono raggruppate in piccoli agglomerati inframezzati da strade; ognuna di esse è dotata di un proprio giardino coltivabile, per non far sentire troppo all’operaio, allora spesso di origine contadina, la nostalgia per la vita rurale.
Questi spazi abitativi sono di diversa tipologia, in base alla qualifica del dipendente che lì veniva ad abitare, dal condominio per i semplici operai ai villini binati per gli impiegati; presentano tutti delle interessanti decorazioni: intonaci in sanguigna rossa, graffiti, fregi, porte e finestre in ferro battuto, tutte inaspettate testimonianze delle arti applicate della prima metà del XX secolo. Spicca il «casone», più intensamente ornato nei suoi quattro piani grazie all’alternarsi dei colori bianchi e marroni, di rombi verdi e grigi, culminanti in una loggia con colonne binate i cui capitelli ogivali sostengono il tetto a spiovente.
Adesso il complesso è gestito unicamente dalla Aler, che sta lasciando il Borgo in totale stato di abbandono, con conseguenti infiltrazioni d’acqua, parziali crolli delle coperture e distacchi di fregi e ornamenti. Nonostante le ripetute sollecitazioni e segnalazioni agli enti preposti, questa deplorevole situazione non sta cambiando. Sarebbe davvero un peccato, soprattutto dopo il successo delle recenti visite guidate in loco, vedere rovinato irreparabilmente un luogo così importante per la memoria storica non solo di Milano.
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