Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Redazione GDA
Leggi i suoi articoliIl Palazzo del Quirinale sorge sul piu? alto dei sette colli di Roma e affonda le radici nella storia millenaria della Citta? Eterna. L’edificio che ha quasi cinque secoli di vita e? stato, fatto unico nella storia, sede perenne dell’Auctoritas. Palazzo dei papi dal 1583 al 1870, residenza dei re d’Italia dal 1870 al 1946, oggi sede della massima magistratura dello Stato repubblicano, il Quirinale ha subito modifiche e trasformazioni che, a volte, ne hanno alterato la bellezza o cancellato la memoria.
Il compito di chi si occupa della tutela di un simile monumento e? anche di riscoprire le opere d’arte che interventi a volte invasivi hanno provvisoriamente obliterato. E? quello che fa l’Ufficio per la Conservazione del Patrimonio artistico del Segretariato generale della Presidenza della Repubblica. Negli ultimi tredici anni intere pagine della storia del Quirinale sono state strappate all’oblio: il ritrovamento nei giardini di importanti resti romani databili tra il III secolo a.C. e il II secolo d.C., la scoperta della sequenza degli affreschi del 1610 con le immagini delle fabbriche di Paolo V e degli affreschi seicenteschi nel Passaggetto di Urbano VIII, e il recupero delle pitture di Pietro da Cortona nella Galleria di Alessandro VII Chigi e dei dipinti ottocenteschi di Brugnoli nell’anticamera del Salone delle Feste hanno grandemente arricchito la storia del Quirinale.
Il Quirinale dei papi
Nel Cinquecento, in una Roma illuminata dai mille fuochi del Rinascimento, il Quirinale affascinava gli amanti dell’Antichita?: lo stesso nome del colle legato al dio Quirino, le rovine delle terme di Costantino, i ruderi del tempio dedicato a Serapide, i colossali gruppi scultorei dei Dioscuri con i loro cavalli (il colle viene anche chiamato Monte Cavallo) erano richiami alla grande Roma repubblicana e imperiale. Sono soprattutto quattro papi ad aver segnato la storia del Palazzo del Quirinale. Gregorio XIII (1572-85), commissionando nel 1583 a Mascarino la costruzione della cosiddetta «Palazzina Gregoriana» nell’intento di disporre di un luogo ameno per sfuggire all’afa del Vaticano e trascorrere nella pace i lunghi periodi dell’estate romana, ha avviato il processo moderno d’urbanizzazione dell’intero complesso palaziale. Il Quirinale diventava cosi?, insieme al Vaticano, il simbolo del potere papale. Sisto V (1585-90) decise di ampliare la palazzina realizzata da Gregorio XIII affidando a Domenico Fontana la costruzione dell’ala occidentale del Palazzo che prospetta sulla via oggi detta della Dataria e sulla piazza. Contemporaneamente all’ampliamento del palazzo, Domenico Fontana diresse i lavori di riqualificazione del gruppo monumentale dei Dioscuri. Le statue colossali, restaurate a cura di Flaminio Vacca e Leonardo Sormani, furono collocate su nuovi basamenti e voltate verso Strada Pia (odierna via del Quirinale). Paolo V Borghese (1605-21) manifesto? l’intenzione di ampliare la sede papale di Monte Cavallo. Nel gennaio del 1609 affido? all’architetto Flaminio Ponzio l’erezione dell’ala orientale del palazzo. Il nuovo corpo di fabbrica, di larghezza doppia rispetto a quello sistino, era destinato a ospitare grandi sale di rappresentanza, una cappella privata del papa che sara? decorata da Guido Reni e lo scalone d’accesso principale al piano nobile. Nel 1615, Paolo V avvio? la seconda fase d’interventi edilizi diretti da Carlo Maderno (Flaminio Ponzio era morto nel 1613). Nei documenti si parla di «fabbrica di riquadramento et cappella». Il riquadramento consiste nel correggere l’architettura dove peccava, in altre parole rettificare l’incongrua rientranza che la facciata del palazzo di Sisto V presentava nell’angolo tra la piazza e Strada Pia. La cappella ricordata dalle fonti e? invece un grande sacello cerimoniale di cui il papa vuole dotare il palazzo di Monte Cavallo per celebrarvi le messe solenni nella stagione estiva. Urbano VIII (1623-44) stabili? definitivamente i confini del complesso papale inglobando altre proprieta? confinanti fino ad arrivare in prossimita? dell’incrocio con le Quattro Fontane. Una volta determinata l’area massima del complesso pontificio, nel 1625 avvio? l’erezione di un
poderoso muro di fortificazione lungo l’intero perimetro dei giardini, progetto che interesso? anche la facciata del palazzo. Nel punto d’incontro di quest’ultima con il corpo di fabbrica della Dataria, fu realizzato, nel 1626, un torrione cilindrico tradizionalmente attribuito a Gianlorenzo Bernini.
Si tratta di un baluardo semicircolare delle artiglierie a guardiadella porta. Completati i lavori di riassetto dell’intero complesso di Monte Cavallo, nel 1638 si eseguirono alcune opere volte al miglioramento funzionale ed estetico del palazzo. L’intervento piu? rilevante fu progettato da Gian Lorenzo Bernini per la facciata: la finestra collocata sopra il portone principale fu dotata di un balcone e di una nuova monumentale incorniciatura in travertino, coronata da un timpano entro il quale trovo? posto la statua della Madonna col Bambino che prima sormontava il portale di Maderno. L’apparato scenografico della Loggia delle benedizioni fu inaugurato dal papa il 2 giugno 1639.
L’occupazione francese
Durante l’occupazione francese, il Palazzo del Quirinale fu al centro delle preoccupazioni di Napoleone che sognava di annettere Roma, di farne la capitale dell’impero e di destinare il palazzo a propria residenza. Confesso? questo suo progetto sin dall’estate del 1806. Con un decreto firmato a Vienna il 17 maggio 1809, riuni? gli Stati della Chiesa all’impero francese e dichiaro? Roma «citta? imperiale libera». Nella notte tra il 5 e il 6 luglio del 1809 fece arrestare papa Pio VII che lo aveva scomunicato; tra il 1812 e il 1814 furono realizzati nel palazzo ingenti lavori affidati all’architetto Raffaele Stern e destinati a rendere la residenza degna di ospitare l’imperatore. Le modifiche realizzate nel periodo francese non sono state tutte felici. Nell’ala sista, per realizzare gli appartamenti dell’imperatrice, la Galleria di Alessandro VII Chigi fu tagliata in tre tronconi, le finestre lato cortile d’onore murate e l’intonaco steso dai francesi sulle pareti ha ricoperto le mirabili pitture di Pietro da Cortona.
Al termine di un lungo lavoro di restauro durato undici anni, abbiamo recuperato gli affreschi cortoneschi e restituito al Barocco romano una delle sue piu? belle pagine.
La Reggia sabauda
La mattina del 30 dicembre 1870, alle 11.20, il presidente del Consiglio Lanza, dal Palazzo Ricciardi di Firenze, manda un telegramma al luogotenente del Re sui colli capitolini, il generale Lamarmora: «Re desidera Quirinale ovvero Consulta». Siamo, come scrive Giovanni Spadolini, agli ultimi atti della «commedia degli inganni» che ha seguito la storica breccia di Porta Pia. Vittorio Emanuele II ha deciso di vincere le resistenze, interiori ed esteriori, poste sulla strada che lo conduceva nella capitale del nuovo Stato. Intendeva approfittare della terribile inondazione che aveva colpito Roma all’indomani del Natale 1870 per visitare le vittime della tragedia, nascondendo cosi?, sotto il pretesto di una pura opera umanitaria, il vero obiettivo del viaggio: compiere il suo ingresso formale nella nuova reggia. Intanto quasi tutti gli arredi erano stati riconsegnati al Vaticano; alla fine di dicembre 1870, rimanevano all’interno della residenza pontificia poche cassapanche con lo stemma papale e poche suppellettili. E? quindi in un palazzo abbondantemente vuotato dei suoi arredi che il re
si apprestava a passare in Quirinale la prima malinconica notte romana tra il 30 e il 31 dicembre 1870. Per allestire il Quirinale i Savoia dovranno ricorrere alle regge preunitarie. Per le esigenze di lavoro e dimora del re e della corte, il palazzo va ammodernato. Gli interventi maggiori riguardano gli ambienti interni. L’opera architettonica di gran lunga piu? impegnativa realizzata dai Savoia e? la costruzione di una grande scuderia per duecento cavalli. Scartata l’idea di erigere le scuderie in spazi esterni al Quirinale, l’unico spazio interno al complesso che si presta a una costruzione cosi? vasta e? il perimetro del giardino inferiore, in corrispondenza delle fortificazioni verso Trevi.
La Repubblica
Le sale del palazzo, che erano testimoni di tanti eventi, videro attendere a lungo Alcide De Gasperi nel pomeriggio dell’11 giugno 1946. De Gasperi era salito in Quirinale per comunicare al re i risultati del referendum che sanciva in modo inequivocabile la scelta fatta dal popolo italiano a favore della forma repubblicana dello Stato. Quando alla fine Umberto ricevette De Gasperi, non disse che si rifiutava di concedere la delega dei poteri ma che vole- va attendere gli accertamenti e il giudizio della Cassazione. Quella notte Umberto non dormi? in Quirinale. Per l’antico palazzo iniziava una nuova era. Il Quirinale avrebbe oramai ospitato il Presidente della Repubblica eletto dai rappresentanti del popolo sovrano.
Il reportage completo è pubblicato nel numero di «Vernissage» in edicola.
Altri articoli dell'autore
L’Associazione archeologi del Pubblico Impiego (Api-MiBact) ha inviato una nota al Ministero della Cultura e a quello della Funzione Pubblica, nonché ai membri delle Commissioni cultura di Camera e Senato, per esprimere il proprio dissenso per il bando per 75 posti nell’area dell’elevate professionalità (Ep), le cui domande di partecipazione vanno presentate entro il 26 giugno
Il premio Nobel e il direttore del Museo Egizio si sono incontrati per parlare di musei e romanzi: «Sono simili: sono i “luoghi” in cui avviene l’interpretazione del significato della nostra vita, nei quali riflettere su sé stessi»
Anche quest’anno Tag Art Night, la Notte delle Arti Contemporanee, propone un palinsesto di mostre diffuse sul territorio cittadino
Rimodulate le competenze e modificato la struttura organizzativa: dal Segretariato generale al modello dipartimentale