Melania Lunazzi
Leggi i suoi articoliNella Chiesa di San Giovanni in Valle, all’interno del Monastero di Santa Maria in Valle, è stato allestito un laboratorio per il restauro di dieci frammenti di affreschi provenienti dalle pareti del Tempietto Longobardo. Si tratta della «seconda pelle» che rivestiva a palinsesto la prima superficie decorativa del tempietto e che tra il 1958 e il 1962 è stata strappata dai restauratori Mario e Memi Botter di Treviso per portare alla luce gli affreschi dell’VIII secolo al fine di effettuare una ricognizione della veste originaria del manufatto di epoca longobarda.
I dipinti strappati, per un totale di venti metri quadrati, non costituiscono un ciclo unitario, appartengono ad epoche diverse comprese tra XI e XV secolo e raffigurano prevalentemente figure di santi e sante. Ricollocati nel 1958 su una struttura in acciaio con interposto un sottile strato di intonachino a preservarne la stabilità, sono stati esposti nel Museo di Palazzo De Nordis fino al terremoto del 1976 ma, a causa dello smantellamento del museo, vennnero collocati nei depositi e mai più visti né dal pubblico né dagli studiosi.
«Un vero gap generazionale, dichiara il restauratore Stefano Tracanelli che coordina le operazioni di pulitura sotto la direzione dell’architetto Fabiola Molinaro, che ora potrà essere colmato». I restauri si svolgono coram populi all’interno del percorso di visita del monastero, a sua volta sottoposto a recupero architettonico così come il tempietto. Promosso e finanziato dal Comune di Cividale tramite l’Ufficio Unesco sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza regionale, il restauro degli affreschi strappati consiste nella individuazione e rimozione delle diffuse patinature apposte nel corso dei decenni.
A lavori ultimati gli affreschi verranno esposti permanentemente all’interno del percorso di visita del complesso monumentale del costituendo Museo del Monastero e del Tempietto Longobardo.
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