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«Untitled», 2010, di Sharon Lockhart. © Sharon Lockhart, Courtia l’artista, Gladstone Gallery, Neugerriemschneider

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«Untitled», 2010, di Sharon Lockhart. © Sharon Lockhart, Courtia l’artista, Gladstone Gallery, Neugerriemschneider

Le fotografe raccolte e donate da Helen Kornblum

100 stampe in un arco temporale di più di cent’anni trovano casa al MoMA

Monica Poggi

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Se oggi sono tante le iniziative dedicate alle autrici distintesi negli sviluppi del linguaggio fotografico, non era certamente così quarant’anni fa, quando Helen Kornblum ha iniziato a pensare alla costruzione della propria collezione. Psicoterapeuta, intorno agli anni Ottanta inizia a raccogliere le immagini di fotografe da tutto il mondo con lo scopo di dare loro il giusto riconoscimento all’interno di una società che ancora fatica a essere egualitaria.

Le opere della sua ricca raccolta (di cui non rivela l’entità perché «collezionare non ha a che fare con i numeri, ma con uno scopo e dei contenuti», sostiene) spaziano attraverso tutto il Novecento, comprendendo esempi di fotogiornalismo, documentarismo sociale, scatti pubblicitari, ricerche contemporanee e preziosi lavori di artiste d’avanguardia di inizio secolo.

È in questo periodo che le donne smettono di essere solamente modelle e muse degli uomini per iniziare finalmente a ritrarsi e a portare avanti un’indagine dalla forte connotazione identitaria, come nel caso di Claude Cahun, Germaine Krull e Dora Maar. Questo aspetto ritorna anche nelle opere più recenti della raccolta, dando coerenza a una visione politica ed eclettica che «documenta anche la costruzione dell’autoritratto della collezionista stessa» (Lucy Lippard).

A sottolineare l’importanza della collezione nella ridefinizione dei canoni dominanti del panorama culturale contemporaneo, è la notizia della donazione al Museum of Modern Art di 100 stampe che coprono un arco temporale di più di cent’anni.

Oltre alle già citate, fra le 76 artiste interessate da questo lascito troviamo i grandi nomi del primo modernismo, come Gertrud Arndt, Lola Alvarez Bravo, Laura Gilpin, Kati Horna e Lucia Moholi, ma anche autrici contemporanee in grado di raccontare le trasformazioni più recenti della nostra società, come Flor Garduño, Louise Lawler, Sharon Lockhart, Susan Meiselas, Catherine Opie, Tatiana Parcero, Lorna Simpson e Carrie Mae Weems.

«Non ci potrebbe essere una casa migliore per la mia collezione di fotografie di artiste donne», afferma la Kornblum, ma definire questa donazione solo nei termini della valorizzazione di genere sarebbe riduttivo, considerando gli scatti che mettono in discussione un sistema ancora dominato da uno sguardo razzista e coloniale. Ne sono un esempio l’iconico ritratto dalla serie «First American Girl» di Cara Romero, membro della tribù indiana dei Chemehuevi, e i lavori dell’artista navajo Hulleah Tsinhnahjinnie. Per il 2022 il MoMA ha in programma una mostra e il catalogo scientifico della collezione.

«Untitled», 2010, di Sharon Lockhart. © Sharon Lockhart, Courtia l’artista, Gladstone Gallery, Neugerriemschneider

Kati Horna, «Doll Parts», 1938 ca. The Museum of Modern Art, New York. Gift of Helen Kornblum in honor of Roxana Marcoci. © 2021 Kati Horna Estate

Monica Poggi, 13 maggio 2021 | © Riproduzione riservata

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