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Redazione
Leggi i suoi articoliL’architetto trentino Mauro Marinelli si è aggiudicato il Wheelwright Prize 2025, premio internazionale promosso dalla Graduate School of Design (Gsd) della Harvard University che annualmente assegna una borsa da 100mila dollari a un progetto che esplora approcci innovativi all’architettura contemporanea con una visione globale.
«Topographies of Resistance: Architecture and the Survival of Cultures», il progetto proposto da Marinelli, si concentra sulle regioni montane rurali, in particolare nelle Alpi, nelle Ande e sull’Himalaya, oggi alle prese con lo spopolamento, il cambiamento climatico, la perdita di infrastrutture e l’erosione delle culture locali. Tramite il confronto tra contesti geografici diversi, la ricerca punta a sviluppare soluzioni progettuali che rafforzino l’identità locale, promuovano l’autonomia e incentivino la sostenibilità ambientale e culturale. La borsa darà modo a Marinelli di viaggiare per due anni tra le montagne d’Europa, Sud America e Asia, realizzando sopralluoghi, analisi e sperimentazioni dirette con le comunità locali. «Questo sostegno, ha dichiarato Marinelli, mi consentirà di studiare in che modo l'architettura può interagire attivamente con i fragili sistemi culturali delle comunità di alta montagna. Intendo contribuire con intuizioni concrete sia alla vitalità culturale dei territori montani che al dibattito architettonico».
Architetto e dottore di ricerca in Architettura e Progettazione Urbana presso il Politecnico di Milano, dove insegna progettazione, Marinelli nel 2017 ha fondato a Cles (Tn) con Mirko Franzoso lo studio franzosomarinelli specializzato nella progettazione contemporanea in territori fragili. Il lavoro dello studio è noto per l’attenzione ai materiali, al contesto e alla relazione tra architettura e paesaggio.
«L'architettura del nostro futuro comune deve rispondere in modo ponderato a contesti culturali specifici, condizioni geografiche e forze ecologiche, tra cui umidità, zone umide, boschi, coste e molti altri, ha sottolineato Sarah M. Whiting, preside e professore di Architettura Josep Lluís Sert presso la Gsd. La ricerca di Mauro Marinelli promuove proprio questo tipo di risposte, ponendo l’accento sull’autosufficienza, l’identità locale e approcci architettonici particolarmente adatti alle vulnerabilità climatiche, demografiche ed economiche comuni alle comunità montane di tutto il mondo».
Oltre che da Whiting, la giuria internazionale del premio era composta da Chris Cornelius (University of New Mexico); Grace La (Harvard Gsd); Jennifer Newsom (Cornell University); Tosin Oshinowo (Oshinówò Studio); Noura Al Sayeh (Autorità per la Cultura e le Antichità del Bahrein). Gli altri tre finalisti del premio erano Meriem Chabani, Mohamad Nahleh e Alfredo Thiermann.

Mauro Marinelli. Foto Francesca Dusini
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