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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliParigi. Appena alcuni giorni fa si è chiusa al Grand Palais la mostra «Picasso.mania» (quasi 393mila di visitatori in quattro mesi) e già Parigi propone un nuovo appuntamento con il genio spagnolo. Arriva infatti al Musée Picasso la mostra di sculture che è stata appena presentata al MoMa di New York. Un debutto parigino per «Picasso.sculptures» che rischia di essere movimentato per via dello sciopero sindacale votato ieri dai dipendenti del museo, che protestano contro l’insufficienza di personale e rimproverano al direttore Laurent Le Bon di non saper gestire la spinosa questione. La versione parigina della mostra newyorkese, che si tiene fino al 28 agosto, è stata ampliata (sono esposte più di 240 opere, mentre erano circa 150 al MoMa) e rivista. Si mette l’accento sulla dimensione «seriale» dell’opera di Picasso: «L’artista gioca col carattere riproducibile della scultura. Picasso riprende e rilavora i suoi bronzi facendo di ogni opera un’opera unica, anche se si tratta di un multiplo», ha spiegato Cécile Godefroy, che ha curato la mostra parigina insieme a Virginie Perdrisot, conservatrice responsabile delle sculture al Musée Picasso.
La visita si articola lungo un percorso cronologico in quindici sezioni e sui due piani principali dell’elegante Hôtel Salé, che ha riaperto le porte nell’ottobre del 2014 dopo un lungo restauro di cinque anni. «La Femme enceinte» realizzata nel 1950 nell’atelier di Vallauris, poi «replicata» nel ’59, introduce il tema della serialità. La mostra si apre poi davvero sulle varianti di alcuni bronzi iconici, realizzati tra il 1902 e il 1910, «Le fou» e «Tête de femme», ispirati a Fernande Olivier, compagna dell’artista, e si chiude sulla «Femme aux bras écartés», ultima produzione plastica di Picasso, del 1961, il cui modellino in cartone, qui esposto, è stato ingrandito nella versione monumentale di cemento realizzata in collaborazione con l’artista norvegese Carl Nesjar. Ma è facile lasciarsi andare alle sensazioni sala dopo sala perdendo il filo della cronologia. Più lontano ci si imbatte nei più noti busti cubisti ispirati a Marie-Thérèse Walter, nuova musa dell’artista, realizzati nel nuovo atelier del castello di Boisgeloup, in Normandia, e nella deliziosa «Liseuse», in bronzo dipinto, presentata accanto al primo modello di legno e metallo.
L’idea che ogni multiplo è unico in Picasso è più che mai evidente nella serie «Verre d’absinthe» con le sei varianti esposte per la prima volta insieme a Parigi da quando hanno lasciato lo studio del maestro. Uno stesso modello viene declinato in vetro, cera e bronzo, talvolta con l’aggiunta di altri materiali diversi, sabbia e pittura. Sono tutti simili e tutti diversi finanche nel cucchiaino. La retrospettiva è anche un viaggio nell’universo creativo dell’artista dall’immaginazione prorompente. Ne sono un esempio le sorprendenti sculture «enciclopediche» realizzate nel 1947 assemblando gli oggetti più improbabili del quotidiano. Picasso affidò poi alla fonderia di Claude Valsuani il compito di riprodurre i bronzi. Così due macchinine giocattolo diventano senza alcuna forzatura il volto della scimmia di «Le Guenon et son petit», mentre un rubinetto del gas dipinto prende naturalmente le forme di una testa d’airone dalla figura slanciata posata su zampe-forchette.
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Veduta della mostra «Picasso.sculptures» al Musée Picasso di Parigi. Foto di Luana De Micco

Pablo Picasso, «Femme lisant», Paris, Centre Pompidou, Musée national d'art moderne © Centre Pompidou MNAM CCI, Dist. RMN Grand Palais Droits réservés (C) Succession Picasso Gestion droits d'auteur

Pablo Picasso, «Crâne de chèvre, bouteille et bougie». Foto di Luana De Micco

Pablo Picasso, «La femme enceinte». Foto Luana De Micco

Veduta della mostra «Picasso. Sculptures» al Musée Picasso, Parigi. Foto di Luana De Micco

Picasso accanto alla scultura «La femme au jardin» in occasione della mostra alla galleria Georges Petit di Parigi, dal 16 giugno al 30 luglio 1932. Foto © Rmn Grand Palais (Musée Picasso de Paris)/!Mathieu Rabeau
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