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Lidia Panzeri
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È aperta fino al 2 ottobre, alla Fondazione Querini Stampalia, la mostra «Consonanze» di Andric Ljubodrag (Belgrado, 1965). Sue le foto di muri, scattate in tutto il mondo, immagini nelle quali è assente la figura umana. L’atmosfera è metafisica, ma queste opere sono anche esempi di pittura astratta.
L’appuntamento veneziano carica queste foto di un ulteriore significato, mettendole a confronto con le pareti in pietra del giardino della Fondazione, luogo fisico dalla valenza altamente simbolica, perfetta sintesi di Venezia quale città di pietra sospesa nelle sue acque. È uno dei vertici dell’architettura di Carlo Scarpa: qui tradizione occidentale e orientale si contaminano, dando origine a una diversa visione del mondo. Da qui il sottotitolo della mostra, «Visioni e contaminazioni tra Occidente e Oriente in sintonia con Carlo Scarpa».
La rassegna, curata da Francesca Valente e allestita da Tobia Scarpa, raccoglie una trentina di fotografie. I temi sono, appunto, muri scrostati a suggerire una sia pur affascinante decadenza (Venezia) o a mettere in evidenza il dettaglio architettonico (Pingyao), ma anche la Muraglia cinese o l’ermetica parete di un edificio di Miami. Barriere che segnano altrettanti limiti, a premessa di ulteriori orizzonti.
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