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Antologica di 100 opere
- Luana De Micco
- 07 ottobre 2017
- 00’minuti di lettura


Che Klee, Beyeler!
Antologica di 100 opere
- Luana De Micco
- 07 ottobre 2017
- 00’minuti di lettura
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliPaul Klee e l’astratto: questo è il tema scelto dalla Fondation Beyeler per una grande retrospettiva dedicata, sino al 21 gennaio, all’artista svizzero che affermò: «L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è».
Nato vicino a Berna da padre tedesco, professore di musica, Klee (1879-1940) esitò a lungo tra musica, poesia e pittura. Scelse quest’ultima e si trasferì a Monaco di Baviera per frequentare l’Accademia delle Belle Arti. Qui scoprì Goya, William Blake e Gustav Klimt.
La svolta decisiva arrivò nel 1911 quando, a 33 anni, incontrò Kandinskij che lo avvicinò al «Der Blaue Reiter», il movimento d’avanguardia da lui fondato a Monaco. A Parigi Klee incontrò anche Robert Delaunay, vicino al Cubismo analitico, con il quale condivise le ricerche sul movimento e la scomposizione del colore.
Nel 1914 viaggiò in Tunisia con Louis Moilliet e August Macke e fece suoi i colori caldi dei paesaggi di Hammamet: «Il colore mi possiede per sempre, lo sento, disse all’epoca. Io e il colore siamo un tutt’uno. Sono pittore».
La Fondation Beyeler possiede 20 opere di Paul Klee, l’artista più rappresentato nelle sue collezioni insieme a Picasso, complice la passione di Ernst Beyeler, che come tutti i galleristi innamorati dell’arte teneva per sé le opere migliori. A quelle si aggiungono prestiti importanti da collezioni europee e non, per un totale di circa 100 opere. Del museo svizzero sono alcuni lavori fondamentali, come «Une étoile se lève» (1931) e «Signes en jaune» (1937).
Oltre alle più note, tra cui «Le vase» (1938) e «Sans titre (Captif, En deçà-au-delà)» (1940), la retrospettiva propone anche opere raramente esposte. Natura, architettura, musica e segni puramente astratti si rincorrono nella vastissima produzione di Klee, autore di circa 10mila opere.