Max Stern nel 1926. Cortesia del Max Stern Art Restitution Project. © National Gallery of Canada Library and Archives, Max Stern fonds

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Max Stern nel 1926. Cortesia del Max Stern Art Restitution Project. © National Gallery of Canada Library and Archives, Max Stern fonds

Chi ha paura di Max Stern?

Tra polemiche e defezioni si è aperta a Düsseldorf la mostra dedicata al grande mercante ebreo, la cui eredità è al centro di un’aspra battaglia per le restituzioni

È raro che una mostra raccolga pareri così negativi prima ancora dell’inaugurazione. Ma la rassegna «Privato di diritti e proprietà: il mercante d’arte Max Stern», dedicata alla vita e all’eredità del celebre mercante d’arte ebreo, e la cui inaugurazione è stata il 2 settembre allo Stadtmuseum di Düsseldorf (fino al 30 gennaio 2022), è stata ignorata dalla comunità ebraica della città, e ne hanno preso le distanze sia gli eredi del mercante sia gli studiosi canadesi che sono i massimi esperti mondiali di Stern.

Che cosa è andato storto? Le radici dei problemi risalgono al dicembre 2017, quando l’allora sindaco di Düsseldorf, Thomas Geisel, annullò improvvisamente, alcune settimane prima dell’apertura, una mostra su Max Stern allo Stadtmuseum che avrebbe dovuto poi spostarsi ad Haifa in Israele e a Montreal, in Canada. Geisel spiegò la cancellazione con le «attuali richieste di informazioni e restituzione nei musei tedeschi in relazione alla Galerie Max Stern». Ma aveva anche suggerito che lo Stadtmuseum, che è gestito dalla città, non fosse stato in grado di affrontare le complesse questioni legate alla vita e all’eredità di Stern.

Di fronte a una raffica di critiche, Geisel cambiò bruscamente decisione, promettendo che la mostra si sarebbe svolta in un secondo momento «in una forma più completa e riveduta». Ma a quel punto aveva perso la fiducia degli studiosi canadesi coinvolti nella mostra originaria. La cancellazione del 2017 «è stato uno shock professionale e, in poche parole, ha distrutto ogni fiducia nei confronti del settore culturale della città di Düsseldorf», afferma Catherine MacKenzie, professoressa di Storia dell’arte alla Concordia University di Montreal e cocuratrice della mostra originale e coeditore del catalogo.

Fondata nel 1913, la Galerie Stern si trovava nella Königsallee di Düsseldorf e Max Stern la rilevò dopo la morte del padre Julius nel 1934. I nazisti gli ordinarono di liquidarla nel 1935, ma riuscì a gestire l’attività fino al 1937, quando sotto il regime nazista fu costretto a chiuderla e venderne il contenuto in un’asta da Lempertz a Colonia.

Il mercante fuggì dalla Germania e si stabilì a Montreal, dove creò una fiorente attività come direttore e, in seguito, proprietario della Dominion Gallery. Morì senza figli nel 1987 e lasciò in eredità la maggior parte del suo patrimonio a tre università: Concordia e McGill a Montreal e all’Università Ebraica di Gerusalemme. Nel 2002 è stato fondato il Max Stern Art Restitution Project per recuperare le sue opere trafugate. La fondazione ha cercato di ottenere la restituzione di circa 400 opere in totale. Fino ad oggi ha curato con successo la restituzione di oltre 20 opere da musei e attraverso il mercato dell’arte.

Il sito internet del Max Ernst Art Restitution Projects ha pubblicato l’inventario delle gallerie Stern redatto nel 1933-38, il catalogo dell’asta Lempertz del 1937 nonché gli elenchi delle opere recuperate dopo la guerra dalla Max Stern Foundation e dallo stesso mercante. L’ambito in cui Stern operava si estendeva dal XV al XIX secolo, con opere prevalentemente di arte fiamminga, olandese e tedesca.

Clarence Epstein, a capo del progetto, afferma che gli amministratori dell’eredità non potrebbero partecipare alla nuova mostra senza il coinvolgimento degli studiosi canadesi e di Susanne Anna, la direttrice dello Stadtmuseum. «Il fatto che il sindaco sia sembrato un po’ dubbioso circa la nostra richiesta tuttora in sospeso non ha aiutato», ha affermato Clarence Epstein. Quale richiesta? In particolare, il Max Stern Art Restitution Project sta cercando di ottenere la restituzione di un dipinto della collezione cittadina di Wilhelm von Schadow, «I figli dell’artista» (1830), che un tempo era appeso nell’ufficio del sindaco.

Il curatore della nuova mostra, Dieter Vorsteher, ha dichiarato in una conferenza stampa il 12 luglio che la mostra affronterà questa richiesta di restituzione. Vorsteher ha trascorso dieci giorni a Ottawa a ricostruire la storia dell’eredità di Stern alla National Gallery of Canada. Utilizzando nastri audio dei ricordi del mercante registrati nel 1982, oltre ad altre fonti, ha tracciato la storia delle gallerie che Stern un tempo gestiva con successo a Düsseldorf, Londra e Montreal e ha anche portato alla luce dettagli precedentemente sconosciuti sulla vita della famiglia Stern dal 1900 in poi. La mostra riunisce infatti anche fotografie, filmati e pannelli informativi, e persino il dossier della Gestapo su Stern, che i nazisti conservarono dal 1934 al 1942.
 

Max Stern nel 1926. Cortesia del Max Stern Art Restitution Project. © National Gallery of Canada Library and Archives, Max Stern fonds

WIlhelm von Schadow, «I figli dell’artista», 1830. Cortesia del Max Stern Art Restitution Project. © National Gallery of Canada Library and Archives, Max Stern fonds

Catherine Hickley, 09 settembre 2021 | © Riproduzione riservata

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