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Oltre 150 schizzi d’artista, improvvisati, realizzati di getto, da Leonardo a Delacroix al Gruppo Cobra, allestiti al Palais des Beaux-Arts de Paris
- Luana De Micco
- 06 febbraio 2023
- 00’minuti di lettura


«Ritratto di ragazzo che mostra un disegno» (1515-20), di Giovanni Francesco Caroto (particolare). Verona, Museo di Castelvecchio. © Archivio Fotografico dei Musei Civici, Verona (Gardaphoto, Salò)
Creativo come uno scarabocchio
Oltre 150 schizzi d’artista, improvvisati, realizzati di getto, da Leonardo a Delacroix al Gruppo Cobra, allestiti al Palais des Beaux-Arts de Paris
- Luana De Micco
- 06 febbraio 2023
- 00’minuti di lettura
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliQuando è disegnato da un artista, lo scarabocchio, lo schizzo realizzato di getto, improvvisato su un pezzo di carta o sul retro di una tela, infantile, trasgressivo, sperimentale, senza regole stilistiche, diventa un’opera d’arte. Sono gli «scarabocchi d’autore» ad essere allestiti al Palais des Beaux-Arts de Paris in una mostra ricca di oltre 150 opere di artisti di ogni epoca, con prestiti da diverse istituzioni internazionali, dagli Archivi di Stato di Roma e dal Museo di Castelvecchio di Verona, alla Bibliothèque Nationale de France e alla Bibliothèque Mazarine di Parigi.
Sono esposti antichi graffiti affrescati sui muri da anonimi in arrivo dal Parco archeologico del Colosseo, rari disegni di Leonardo, Raffaello, Rembrandt o Michelangelo, due quaderni di scuola di Eugène Delacroix (conservati all’Institut National d’Histoire de l’Art di Parigi) e fotografie di Brassaï, Cy Twombly, Luigi Pericle, Giacomo Balla e il gruppo Cobra.
La mostra «Gribouillage/Scarabocchio. Da Leonardo da Vinci a Cy Twombly», dall’8 febbraio al 30 aprile, con il sostegno del Musée National d’Art Moderne del Centre Pompidou, è stata organizzata in collaborazione con l’Accademia di Francia a Roma (dove in primavera si è tenuta una prima presentazione inedita e complementare) e curata da Francesca Alberti, direttrice del Dipartimento di Storia dell’Arte a Villa Medici, e Diane Bodart, docente di Storia dell’Arte alla Columbia University di New York.
In otto sezioni, senza cronologie, mescolando antico e moderno, il Palais des Beaux-Arts sottolinea come gli artisti del Rinascimento italiano, per liberarsi dal disegno accademico, «produssero forme grafiche più libere e istintive, evocando i disegni rudimentali dei bambini». Anche Picasso, il maestro del Cubismo, disse a suo tempo: «Mi ci è voluta una vita per disegnare come loro».

«Ritratto di ragazzo che mostra un disegno» (1515-20), di Giovanni Francesco Caroto (particolare). Verona, Museo di Castelvecchio. © Archivio Fotografico dei Musei Civici, Verona (Gardaphoto, Salò)