Théodore Géricault, «Louise Vernet bambina, figlia del pittore Horace Vernet», 1818 ca (particolare)

© Rmn-Grand Palais (Musée du Louvre); Michel Urtado

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Théodore Géricault, «Louise Vernet bambina, figlia del pittore Horace Vernet», 1818 ca (particolare)

© Rmn-Grand Palais (Musée du Louvre); Michel Urtado

Da Delacroix a Ingres, l’infanzia francese a inizio Ottocento

Nel Musée de Tessé di Le Mans, e poi al MusBa di Bordeaux, un centinaio di opere di pittori, scultori e fotografi illustrano l’evoluzione della figura del bambino tra il 1790 e il 1850

La rappresentazione dell’infanzia nell’arte francese tra Settecento e Ottocento è al centro della mostra «Buono come un’immagine. L’infanzia attraverso gli occhi degli artisti» presentata al Musée de Tessé di Le Mans dal 14 febbraio all’8 giugno, in collaborazione con il Louvre di Parigi e il MusBa-Musée des Beaux-Arts di Bordeaux, dove sarà allestita dal 10 luglio al 3 novembre. I curatori Stéphanie Deschamps-Tan e Côme Fabre, conservatori al Louvre, affiancati da Alice Gandin, direttrice del museo di Le Mans, hanno studiato il periodo che si estende su mezzo secolo di storia della Francia, tra il 1790 e il 1850, epoca movimentata sul piano politico e filosofico, sottolinea il museo in una nota, ma anche caratterizzata da un grande fermento nelle arti. In particolare, è il periodo in cui le arti accademiche, pittura e scultura, entrano in dialogo con un nuovo medium, la fotografia. Il percorso, cronologico e tematico, esplora come gli artisti e i fotografi del tempo hanno immortalato il tempo dell’infanzia, attraverso la figura del bambino soldato, dell’orfano, del bambino lavoratore, del principino.

Una figura che ha risentito anche delle evoluzioni della storia, con la pubblicazione del trattato sull’educazione di Jean-Jacques Rousseau del 1762, che ha modificato i ruoli dell’adulto e di conseguenza lo sguardo sull’infanzia, passando per la Rivoluzione del 1789, che ha introdotto delle modifiche nel diritto della famiglia, o ancora i nuovi stili di vita della borghesia ottocentesca, con l’apparizione della figura della nutrice. Sono allestite un centinaio di opere di Eugène Delacroix, Théodore Géricault, Anne-Louis Girodet, Ingres, Camille Corot e Honoré Daumier, ma anche di artisti meno noti, come Auguste de Châtillon, Jeanne-Elisabeth Chaudet e Sophie Feytaud-Tavel. Alcuni dipinti non sono mai stati esposti o lo sono molto raramente. La mostra propone anche un’ampia galleria di ritratti. Dal Louvre arrivano una trentina di opere, tra cui «Portrait de Louise Vernet enfant», ritratto della figlia di Horace Vernet, di Géricault (1818 ca). Altre opere arrivano dalla Bibliothèque nationale de France di Parigi, e da numerosi musei francesi, come il Musée des Arts décoratifs et du Design di Bordeaux, oltre che da collezioni private.

Paul Delaroche, «L’infanzia di Pico della Mirandola». © Rmn-Grand Palais (Musée d’arts de Nantes); Gérard Blot

Luana De Micco, 11 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

Da Delacroix a Ingres, l’infanzia francese a inizio Ottocento | Luana De Micco

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