Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

«Stochastic Tiling» (2015) di Sergio Lombardo

© Sergio Lombardo. Cortesia di Archivio Sergio Lombardo

Image

«Stochastic Tiling» (2015) di Sergio Lombardo

© Sergio Lombardo. Cortesia di Archivio Sergio Lombardo

Da Viasaterna arte meccanica e anti-autoriale

La collettiva curata da Giorgio Verzotti raduna artisti svariati, da quelli attivi nel dopoguerra sino a una giovane autrice che interagisce con l’Intelligenza artificiale

 

 

Image

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Installation view della mostra «Meccanica» curata da Giorgio Verzotti. Cortesia di Viasaterna. Foto Carola Merello

Dopo la personale di Marion Baruch, di cui resta un’opera emozionante nell’atrio del palazzo di via Leopardi 32 dove si apre Viasaterna, la galleria milanese cambia totalmente registro e presenta, fino al 21 giugno, non una personale ma una collettiva, dedicata per di più a un’arte del tutto «Meccanica».

Curata da Giorgio Verzotti, la mostra riunisce otto artisti il cui lavoro è governato dalla serialità, dalla meccanicità, dall’algoritmo: da qualcosa, cioè, di estraneo, per non dire di opposto, alla creazione romantica, prometeica, frutto del «Genio creatore», che attraversa nei secoli la storia dell’arte e che nel ‘900 esplose dopo la Seconda guerra mondiale con l’Informale in Europa e l’Espressionismo Astratto negli Stati Uniti. 

Non a caso la metà degli artisti in mostra (Dadamaino, Irma Blank, Niele Toroni, Sergio Lombardo) è nata tra il 1930 e il 1939 e ha esordito, polemicamente, proprio nei decenni dominati dal magma materico o dalla gestualità incontrollata di quelle correnti. Loro no: Dadamaino, esponente del gruppo Azimuth di Manzoni e Castellani, nei ’60 crea i suoi «Volumi a moduli sfasati» forando ritmicamente dei teli di plastica con una fustellatrice; Irma Blank genera i suoi «Radical Writing» con un’ossessiva, iterata scrittura non-verbale.

Quanto a Toroni, con le impronte di pennello n. 50 ripetute a distanza regolare, compie un gesto anche politico, rifiutando l’aspetto mercantile della pittura, e Lombardo, psicologo e artista, da parte sua persegue con il suo «eventualismo» un’«astinenza espressiva» e crea opere generate da un modello matematico stocastico, affidato al caso.



 

«Nobilis n°8» (2023) di Bertand Lavier © Bertrand Lavier, Adagp, Paris, 2024. Cortesia dell’artista e Mennour, Paris. Foto Archives Mennour.jpeg

Il francese Bertrand Lavier (1949) qui accoglie i visitatori con un grande dipinto che, come anche i successivi, scaturisce dal tessuto di una banale tovaglia, da lui trasformato in «arte alta». Tessuto, ma imbottito, anche per Giovanni Rizzoli (1963), che nei suoi volumi di sete damascate inietta colori a contrasto con delle flebo, lasciandole agire per un tempo più o meno lungo e intridendo più o meno ampiamente il tessuto e l’imbottitura. Diverso, ma ancora una volta demandato al caso, l’approccio di Daniele Innamorato (1969), che distribuisce il colore, dall’alto, su una tela e vi comprime un foglio di plastica.

Il risultato, autonomo dalla volontà dell’autore, si vedrà solo dopo aver sollevato il cellofan. L’artista più giovane in mostra è Camilla Gurgone (1997), che interagisce con l’Intelligenza artificiale per mettere in scena dei sogni, in una sintesi di macchina e inconscio. Alla radice di questo percorso, non certo esaustivo ma significativo, la domanda sull’anti-autorialità, sempre più urgente in un’epoca in cui la creatività è progressivamente affidata a una macchina definita «intelligente». 




 

Ada Masoero, 30 aprile 2024 | © Riproduzione riservata

Da Viasaterna arte meccanica e anti-autoriale | Ada Masoero

Da Viasaterna arte meccanica e anti-autoriale | Ada Masoero