Particolare di «Flan» (1992) di Piero Dorazio

Cortesia di Studio Casoli

Image

Particolare di «Flan» (1992) di Piero Dorazio

Cortesia di Studio Casoli

Dorazio tra i flutti isolani

Nella remota e incantevole Filicudi, lo Studio Casoli presenta un percorso che omaggia il maestro della pittura astratta italiana

Tra i firmatari del manifesto del Gruppo Forma 1, con Ugo Attardi, Pietro Consagra, Mino Guerrini, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo, Giulio Turcato e Carla Accardi, Piero Dorazio (Roma, 1927 – Perugia, 2005) è stato un artista prolifico e assai attivo, che ha viaggiato tra gli Stati Uniti e l’Europa entrando in contatto con le più brillanti personalità del suo tempo. La sua costante attività espositiva, tra la Galleria Apollinaire di Milano, la Galleria del Cavallino a Venezia e la Galleria La Tartaruga a Roma, comprende anche diverse mostre e riconoscimenti internazionali, da Documenta a Kassel nel 1959 alla Biennale di Venezia (nel 1960, nel 1966 e nel 1988), dalla rassegna «The responsive eye» al Moma di New York nel 1965 all’esposizione, un anno dopo, nella Galerie Im Erker, di San Gallo (occasione per un sodalizio artistico di lunga durata con Giuseppe Ungaretti). Le sue tele ricche di tonalità accese, in cui l’attenzione dapprima si concentra sulla forma, memore della lezione cubista, e successivamente sull’utilizzo compositivo del colore, con le tipiche bande colorate che si susseguono e si incrociano dando vita a fitti reticoli, lo hanno reso uno dei protagonisti più apprezzati dell’arte italiana del secondo Novecento.

«L’Incarnato» (1991) di Piero Dorazio. Cortesia di Studio Casoli

Dal 21 luglio sino al 17 agosto nello Studio Casoli di Filicudi è allestita la mostra «Piero Dorazio - Colore Reticolo», percorso che riunisce alcuni lavori che coprono quattro decenni della sua produzione. «Penso che non si può né visualmente, né concettualmente, comprendere il legame fra l’uomo e lo spazio senza l’aiuto del colore e questo può avvenire solo attraverso la pittura [...]», affermava l’artista che credeva fermamente nella capacità del colore di manifestare il «senso dello spazio». Nella galleria, nata nel 2022 per volontà di Sergio Casoli, gallerista di lunga data e grande appassionato d’arte, spiccano le celebri «trame» (o «reticoli») degli anni Sessanta, come «Unito I» e «Grey». Mentre le successive opere come «Entracte» e «Senza titolo», di grandi dimensioni, sono caratterizzate da geometrie intervallate dai tipici fasci di colore, le opere tra gli anni Ottanta e Novanta, come la splendida “L’Incarnato», testimoniano la ricerca, operata dal pittore, di una struttura compositiva, costante di tutta la sua tarda produzione.

«L’Entracte I» (1968) di Piero Dorazio. Cortesia di Studio Casoli

Monica Trigona, 19 luglio 2024 | © Riproduzione riservata

Dorazio tra i flutti isolani | Monica Trigona

Dorazio tra i flutti isolani | Monica Trigona