«Brasil» di Johnny Miller dalla serie «Unequal Scenes»

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«Brasil» di Johnny Miller dalla serie «Unequal Scenes»

Geopolitica e biopolitica delle disuguaglianze alla Triennale

Per la 24ma edizione dell’Esposizione Internazionale, il museo milanese propone un ricco palinsesto lasciando la parola a curatori, figure di spicco nell’arte, design e architettura, collettivi, istituzioni, musei e istituti di ricerca

«A volte come risorse, a volte come catene. Possono agire come risorse da sfruttare nel corso della vita, come radici identitarie da modificare nel tempo, o come catene che ci impediscono di cambiare, lacci da cui liberarsi». Le parole con cui Stefano Boeri, riconfermato presidente della Triennale di Milano, introduce la 24ma Esposizione Internazionale dal titolo «Inequalities» risuonano decise, soprattutto perché portano con sé la responsabilità del tema di questa nuova edizione: le disuguaglianze. Queste si insinuano nella vita e nei corpi, influenzando benessere fisico, prospettive di futuro e opportunità. Ma segnano anche i luoghi che abitiamo, le strade delle nostre città, dove il divario tra chi ha accesso a risorse e chi ne resta escluso è sempre più evidente. 

A partire da questi spunti, dal 13 maggio al 9 novembre, la Triennale si trasforma in una fucina di riflessione globale, con mostre, installazioni, progetti speciali e un ampio public program. Curatori internazionali, figure di spicco nell’arte, design e architettura, insieme a collettivi, istituzioni, musei e istituti di ricerca provenienti da 43 paesi, daranno vita a un dialogo che non si limiterà agli spazi espositivi, ma si estenderà anche a performance, discussioni e incontri interattivi. Oltre le 19 partecipazioni internazionali, le curatele si concentrano su geopolitica e biopolitica

Al piano terra, la sezione geopolitica indaga le disuguaglianze urbane. La mostra «Cities», curata da Nina Bassoli, esplora il contrasto tra ricchezza e povertà, prendendo spunto dal drammatico incendio della Grenfell Tower di Londra. Accanto a essa, il progetto della Norman Foster Foundation affronta la crisi abitativa nelle situazioni di emergenza, mentre il Politecnico di Milano, per la prima volta coinvolto insieme ad altri quattro atenei, analizza il legame tra migrazioni, salute ambientale e diritto alla cittadinanza. Lo spazio Cuore di Triennale, curato da Seble Woldeghiorghis in collaborazione con il Social Inclusion Lab dell’Università Bocconi, riflette sulle contraddizioni che attraversano Milano

Al primo piano, invece, la biopolitica si concentra sulla relazione tra biodiversità, salute e disparità sociali. Le mostre «We the Bacteria» e «A Journey into Biodiversity» riflettono sulle disuguaglianze biologiche, mentre «The Republic of Longevity» affronta quelle legate all’invecchiamento. Il progetto di Theaster Gates celebra i saperi artigianali giapponesi, mentre altre installazioni, come quella di Filippo Teoldi, riflettono sul conflitto a Gaza. Infine, «Not for Her» esplora le disuguaglianze di genere attraverso l’intelligenza artificiale

Con «Inequalities», la Triennale non si propone solo di esaurire un tema, ma anche, come sottolinea Boeri, di «suggerire riflessioni e proporre soluzioni», interrogando il pubblico sulle diversità che invadono tanto la dimensione economica, quanto quella geografica e di genere, aprendo prospettive inedite.

Giulia Moscheni, 06 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

Geopolitica e biopolitica delle disuguaglianze alla Triennale | Giulia Moscheni

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