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Prende il via l’8 febbraio il primo dei tre cicli di eventi che compongono «Il Biennale delle Orobie. Pensare come una montagna», il progetto per il 2025 ideato e diretto da Lorenzo Giusti, direttore della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea-GAMeC, affiancato da Sara Fumagalli e Marta Papini, che, proseguendo sulla via aperta lo scorso anno da «Pensare come una montagna», coinvolge le comunità dell’intero territorio bergamasco, presentando loro l’opera di artisti contemporanei. Alla base del format definito, a ragione, «alternativo» («biennale perché si tiene per due anni, e non ogni due anni», specificano dalla GAMeC, e che «non accade in un luogo ma con un luogo»), c’è la volontà di realizzare «un percorso di condivisione di esperienze artistiche con le comunità locali per riflettere sui temi della sostenibilità e della collettività, e per avviare un dibattito sul ruolo dell’istituzione artistica nel territorio». Territorio che nel caso di Bergamo è quanto mai vario, comprendendo impervie aree montuose, valli e aree verdi urbane.
Da febbraio, con l’inaugurazione a San Pellegrino Terme, fino a maggio, in questo ciclo (cui seguiranno, da giugno a settembre il secondo, e il terzo da ottobre fino al gennaio 2026) è prevista una tournée nelle valli bergamasche, in cui sono presentati tre film prodotti dalla GAMeC che saranno poi discussi con gli autori nella sede della galleria. Il primo è «Paraflu», film di Michela De Mattei e Invernomuto in cui gli autori, servendosi di riprese in 16 mm e di spiazzanti effetti generati dall’Intelligenza Artificiale, indagano, sulla traccia dei racconti del filosofo e naturalista Baptiste Morizot, il fenomeno della ricomparsa del lupo in diverse aree italiane. Nel film «Migratori» Agnese Galiotto segue la rotta migratoria degli uccelli che, attraversando ecosistemi assai diversi, si snoda dall’Italia al Nord Africa, e pone l’accento sull’interazione tra esseri umani e natura. Infine, in «Mut» (realizzato con Camera di Commercio di Bergamo per la seconda edizione di Made Film Festival) Giulio Squillacciotti restituisce la ciclicità della natura attraverso la vita in alpeggio di due giovani allevatori e dei loro genitori.
Sempre in febbraio si tiene la 12ma edizione, realizzata per «Pensare come una montagna», del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte-EnterPrize, primo concorso internazionale dedicato a curatori under 30, istituito nel 2003 dalla GAMeC e dal Gruppo Bonaldi. Il progetto «Fossi io teco; e perderci nel verde» (presentato a Serina, luogo natale di Lorenzo Bonaldi), curato da Greta Martina (Bologna, 2000), vincitrice di questa edizione del Premio, coinvolge gli artisti Attila Faravelli, Enrico Malatesta, O Thiasos TeatroNatura (Sista Bramini, Camilla Dell’Agnola, Nora Tigges), Umberto Pellini, Nicola Ratti, Lorenzo Silvestri, Valentina Viviani che, tanto in museo quanto nel territorio, invitano il pubblico a connettersi in profondità con la natura, secondo gli insegnamenti dell’ecologo Aldo Leopold e di Giovanni Pascoli. Per l’inaugurazione, una performance dell’artista australiana Felicity Mangan, poi allestita nello Spazio Zero della GAMeC, e a fianco di tutti i progetti, il magazine online curato da Valentina Gervasoni.