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«La deuxième main de Nosferatu», di Kurt Seligmann, del 1938. Aargauer Kunsthaus, Aarau. Deposito Fondazione Gottfried Keller, Ufficio federale della cultura, Berna. © Orange County Citizens Foundation / 2018, ProLitteris, Zurich

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«La deuxième main de Nosferatu», di Kurt Seligmann, del 1938. Aargauer Kunsthaus, Aarau. Deposito Fondazione Gottfried Keller, Ufficio federale della cultura, Berna. © Orange County Citizens Foundation / 2018, ProLitteris, Zurich

Il Surrealismo svizzero al LAC di Lugano

È la prima rassegna dedicata esclusivamente alla realtà elvetica del movimento artistico

Elena Franzoia

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«Surrealismo Svizzera» è il titolo della mostra proposta dal 10 febbraio al 16 giugno da LAC Lugano Arte e Cultura, curata da Peter Fischer e Julia Schallberger con coordinamento e allestimento di Tobia Bezzola e Francesca Benini.

Scopo della mostra, precisa Bezzola, direttore del Museo d’arte della Svizzera Italiana, è «soddisfare un desiderio di lunga data condiviso con il Kunsthaus di Aarau: per la prima volta una rassegna è dedicata esclusivamente al Surrealismo in Svizzera, la cui importanza è stata sottovalutata. Accanto a nomi celebri, come Alberto Giacometti, Serge Brignoni, Meret Oppenheim o Kurt Seligmann, è l’occasione di riscoprire altri interessanti protagonisti, tra cui molte donne, Henriette Grindat, Sonja Sekula e la ticinese Anita Spinelli, che in alcuni casi rischiavano di cadere nell’oblio».

Il percorso si apre con uno sguardo generale, focalizzando i due gruppi che sostennero la nascita del Surrealismo svizzero, Gruppe 33 e Allianz, e la ricerca fotografica di Henriette Grindat. Segue una sezione dedicata ai precursori del movimento, Hans Arp e Paul Klee (presente con opere come «Marionetten» del 1930 e «Unterwasser Garten» del 1939), per poi passare al Surrealismo «magrittiano» di Jean Viollier («L’épouvantail charmeur III», 1928) o Werner Schaad, a quello carnevalesco e teatrale tipico degli artisti basilesi, come Otto Abt e Walter Kurt Wiemken, fino al Surrealismo «organico» di Serge Brignoni e Kurt Seligmann e alle tele quasi astratte di Gérard Vulliamy, tra le quali «Hommage à de la Tour» (1935).

Una sala è dedicata alla breve ma cruciale fase surrealista di Alberto Giacometti, con opere come «Homme (Apollon)» (1929) e «Fleur en danger» (1932). Presenti in mostra anche Le Corbusier e Hans Erni e artisti legati al movimento, come Anita Spinelli, Sonia Sekula, Ricco, Karl Ballmer o Walter Bodmer.

«La deuxième main de Nosferatu», di Kurt Seligmann, del 1938. Aargauer Kunsthaus, Aarau. Deposito Fondazione Gottfried Keller, Ufficio federale della cultura, Berna. © Orange County Citizens Foundation / 2018, ProLitteris, Zurich

Elena Franzoia, 11 febbraio 2019 | © Riproduzione riservata

Il Surrealismo svizzero al LAC di Lugano | Elena Franzoia

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