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Giusi Diana
Leggi i suoi articoliIl rapporto tra Pablo Picasso e il Mediterraneo come luogo dell’anima è noto; spagnolo di nascita, l’artista incarnava perfettamente nella vita e nell’opera la vitalità prorompente dell’uomo del Sud, identificandosi, com’è noto, con il mito del Minotauro. Non a caso nel 1955 decise di lasciare per sempre Parigi per trasferirsi in Costa Azzurra. Qui il paesaggio provenzale intorno a Villa La Californie, sopra Cannes, lo riportava in qualche modo a casa. Una casa mitica abitata da figure familiari e allo stesso tempo primordiali, provenienti dai grandi miti mediterranei.
Dal 12 dicembre al 4 maggio 2025 la mostra «Celebrating Picasso. Capolavori dal Kunstmuseum Pablo Picasso di Münster», organizzata dalla Fondazione Federico II in collaborazione con il Kunstmuseum Pablo Picasso di Münster, porta a Palermo, al centro del Mediterraneo, nel Palazzo Reale che fu di Federico II, il grande artista spagnolo. A introdurlo una soprendente serie di ritratti del fotografo di «Life» David Douglas Duncan, suo amico per 17 anni. Duncan, che aveva cominciato come fotografo di guerra in Vietnam e Corea. divenne il ritrattista di Picasso grazie a Robert Capa, che lo aveva messo in contatto con l’artista.
Proprio a Villa La Californie Duncan scattò migliaia di fotografie private di Picasso, ritratto nell’intimità domestica e nello studio, in un clima di spensieratezza mediterranea. Spesso nelle fotografie compare anche l’ultima moglie di Picasso, Jacqueline Roque, nello studio mentre organizzano i dipinti poggiati sulla parete, mentre danzano, o mentre lei posa con il ritratto fattole dal marito. Picasso, istrionico, gioca davanti all’obiettivo di Duncan indossando una maschera da clown o il sombrero, oppure è intento a disegnare il bassotto Lump, sopra un piatto di ceramica. Il «Pescatore seduto con berretto», un olio su compensato proveniente dal Museo Picasso di Antibes, dono dell’artista nel 1946, nel catalogo della mostra (208 pagine edito dalla Fondazione Federico II) è al centro di una fotografia di Michel Sima che mostra il «dietro le quinte», mentre Picasso lo sta dipingendo allo Château Grimaldi. Si tratta della versione precedente all’evidente ripensamento, in cui la testa era stata originariamente concepita come un dialogo tra una metà scura e una chiara. In mostra altri due dipinti, tra cui «Paesaggio di Vallauris» del 1958, un olio su tela di collezione privata che raffigura la località tanto cara a Picasso perché proprio qui, a partire dal 1947, si era appassionato all’arte ceramica nell’atelier Madoura. Si tratta di una veduta mediterranea con la vegetazione composta da palme stilizzate. Un terzo dipinto di piccole dimensioni proviene dal Mart-Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, un olio su tela, «Natura morta con pesci» del 1922. La mostra, con una sezione video-documentaria, espone 84 opere, tra cui soprattutto litografie, linoleografie, acquetinte, acqueforti, puntesecche e ceramiche, ed è curata da Markus Müller, direttore del Kunstmuseum Pablo Picasso di Münster.

Una veduta della mostra «Celebrating Picasso. Capolavori dal Kunstmuseum Pablo Picasso di Münster» a Palazzo Reale, Napoli