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«Le Coq bleu», di Marc Chagall, qui trasposta con la tecnica del mosaico da Antonio Rocchi

@ Chagall, SIAE 2025

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«Le Coq bleu», di Marc Chagall, qui trasposta con la tecnica del mosaico da Antonio Rocchi

@ Chagall, SIAE 2025

La IX Biennale del mosaico è un luogo condiviso

A Ravenna la manifestazione si articola in varie sedi: il MAR, la Biblioteca Classense, l’Accademia Statale di Belle Arti, gli Antichi Chiostri Francescani ecc.

Stefano Luppi

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C’è bisogno di relazioni, di dialogo, di incontro tra idee diverse in un’epoca, quella odierna, fortemente conflittuale: così La Biennale del mosaico contemporaneo di Ravenna, giunta alla IX edizione e visibile dal 18 ottobre al 18 gennaio 2026, intitolata «Luogo condiviso», tenta di fornire attraverso il mosaico, medium che è nel Dna di Ravenna da millenni, una chiave di lettura per «leggere» l’età contemporanea.

La mostra «Chagall in mosaico. Dal progetto all’opera», al MAR-Museo d’Arte della città di Ravenna, che ospita anche l’installazione della polacca Matylda Tracewska (Varsavia, 1978), è la principale tra le molte organizzate nell’occasione e approfondisce il forte legame tra Marc Chagall (1887-1985) e questa tecnica, un binomio durato una trentina di anni, dal 1954, quando il francese grazie al suo amico Lionello Venturi (1885-1961) scopre a Ravenna i celebri mosaici bizantini di Gallia Placidia e San Vitale.

L’anno seguente, sempre con la regia di Venturi, Chagall partecipa a un’esposizione del «Gruppo Mosaicisti», nato a Ravenna nel 1948 sotto la guida di Giuseppe Salietti (1905-88) e per la prima volta una sua opera viene trasposta attraverso questa antica tecnica: si tratta di «Le Coq bleu», realizzata in due versioni da Antonio Rocchi e Romolo Papa, una delle quali, esposta qui, è nella collezione permanente del MAR.

Dopo questo capolavoro il percorso ripercorre la collaborazione che Chagall portò avanti con i mosaicisti ravennati attraverso una serie di lavori (prove a mosaico, disegni, pastelli, acquerelli, tempere, gouache, collage, litografie) che testimoniano il processo creativo, ben esemplificato, ad esempio, dal mosaico di grandi dimensioni «Le Grand Soleil», originariamente offerto in dono da Chagall alla moglie Valentina e realizzato nella villa del pittore a Saint-Paul-de-Vence (Francia). Altra sezione della rassegna, a cura di Anne Dopffer, Gregory Couderc, Giorgia Salerno e Daniele Torcellini, è infine dedicata ai mosaicisti ravennati che hanno collaborato attivamente con Chagall in giro per il mondo, come Lino e Heidi Melano, Romolo Papa e Antonio Rocchi.

Molti sono gli altri appuntamenti organizzati in città e fuori. Palazzo Rasponi dalle Teste ospita due personali: «Breath», dell’artista di origini pakistane Shahzia Sikander (Lahore, 1969), dedicata al rapporto tra la miniatura dei manoscritti dell’Asia e il colonialismo, e «Studies in Mosaics» del libanese Omar Mismar (Valle della Beqaa, 1986) che lavora sui cambi di senso e le sostituzioni visive.

Sempre a Palazzo Rasponi si aggiunge la rassegna dedicata alla francese Séverine Gambier (Parigi, 1956), composta da alcune porcellane e maioliche di fine ’800 primi ’900 frantumate e ricomposte, mentre la Biblioteca Classense ospita una serie di artisti under 35 selezionati attraverso il concorso «GAeM-Giovani Artist* e Mosaico».

L’Accademia Statale di Belle Arti di Ravenna propone la collettiva «Immaginose rappresentazioni. Contaminazioni tra Accademia di Belle Arti e Museo Nazionale», con lavori di studenti in dialogo con le opere del Museo Nazionale di Ravenna, mentre a Palazzo Guiccioli Museo Byron e del Risorgimento si visita «Gioiello in micromosaico. Declinazioni del contemporaneo».

Altre rassegne sono alla Villa Romana di Russi, alla Domus dei Tappeti di Pietra, al Polo delle Arti, al Liceo artistico e musicale «Nervi Severini», a Porta Adriana e alla Biblioteca Oriani. Infine al Battistero degli Ariani, patrimonio Unesco, il trentino Ismaele Nones reinterpreta la pittura bizantina con intento ironico e agli Antichi Chiostri Francescani c’è «Opere dal Mondo», una collettiva che raccoglie le creazioni musive di artisti provenienti da Italia, Europa, Nord e Sud America, Egitto, Cina, Giappone e Corea del Sud.

Infine il Classis Ravenna-Museo della Città e del Territorio ospita «Mosaici su carta. Da Ravenna a Parigi» su ruolo e fortuna delle riproduzioni su carta da lucido dei mosaici antichi ravennati.

Stefano Luppi, 12 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

La IX Biennale del mosaico è un luogo condiviso | Stefano Luppi

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