
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
RA Fotografia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a Milano
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
RA Fotografia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a MilanoVerifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Installazioni, quadri, murales cinetici e documenti d’archivio
- Luana De Micco
- 17 ottobre 2019
- 00’minuti di lettura


«Cúpula con el centro rojo» (1997), di Jesús Rafael Soto. © Jesús Rafael Soto, ADAGP, Paris / VEGAP, Bilbao, 2019
La quarta dimensione di Soto al Guggenheim
Installazioni, quadri, murales cinetici e documenti d’archivio
- Luana De Micco
- 17 ottobre 2019
- 00’minuti di lettura
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliLa serie dei «Penetrabili» di Jesús Rafael Soto è esposta dal 18 ottobre al 9 febbraio al Guggenheim Museum nella mostra «Soto. La quarta dimensione», realizzata in collaborazione con l’Atelier Soto di Parigi.
I «Penetrabili» sono le sculture più note dell’artista venezuelano (Ciudad Bolívar, 1923 - Parigi, 2005), uno dei principali esponenti del movimento dell’arte cinetica. Nel 1950 Soto si trasferì a Parigi dove incontrò Jean Tinguely, Iacov Agam e Victor Vasarely e nel 1952 partecipò alla mostra «Le Mouvement» della galleria Denise René. Verso la fine degli anni ’60 cominciò a lavorare ai «Penetrabili»: opere di grande formato, strutture cubiche fatte di filamenti sottili di plastica flessibili sospesi a telai metallici, ma anche sculture «vive», dinamiche, interattive, in cui si può entrare e che si possono attraversare.
Un’esperienza percettiva oltre che visiva: «Lo spettatore e l’opera sono a quel punto fisicamente e inestricabilmente intrecciati l’uno all’altro», diceva Soto, che per tutta la vita non ha mai smesso di sviluppare questo filone. «Rompendo con la separazione convenzionale tra pittura e scultura negli anni ’50, il lavoro artistico di Soto evolve progressivamente al di là del visibile», ha scritto il museo basco.
Sono allestite in tutto 60 opere, tra cui cicli spettacolari come «Volumi virtuali», delle immense figure geometriche sospese nel vuoto, le «Progressioni», forme aeree che sembrano venire fuori dal suolo, e le «Estensioni», opere da cui emergono masse cromatiche opache come degli «aloni». Oltre alle grandi installazioni, il museo presenta anche quadri, «murales cinetici» e documenti d’archivio. Sul piazzale esterno, inoltre, è allestita la monumentale installazione «Sfera Lutetia» (1996).

«Cúpula con el centro rojo» (1997), di Jesús Rafael Soto. © Jesús Rafael Soto, ADAGP, Paris / VEGAP, Bilbao, 2019