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- Luana De Micco
- 15 novembre 2016
- 00’minuti di lettura


Luana De Micco
Leggi i suoi articoliIl Musée d’Orsay immerge il visitatore negli anni del Secondo Impero, al tempo cioè del regime di Napoleone III compreso tra il 1852, anno dell’emanazione della nuova costituzione che conferiva i poteri supremi all’imperatore, e il 1870, anno della sconfitta dell’esercito francese a Sedan contro la Prussia e la proclamazione della Terza Repubblica.
Con la mostra «Spectaculaire Second Empire», aperta fino al 15 gennaio, il museo parigino, che a dicembre festeggia i suoi trent’anni, sottolinea invece come questo periodo dalla cattiva reputazione sia stato in realtà un tempo di grande euforia per molteplici aspetti della vita: economico, politico, sociale e culturale. Tra gli anni 1850 e 1860 Napoleone III fece di Parigi una capitale «moderna»: affidò la sua «rivoluzione architettonica» al barone Haussmann, furono costruiti nuovi teatri al posto di vecchi edifici e le dimore borghesi si riempirono di un lusso sfrenato.
La mostra riunisce oggetti d’arte decorativa della manifattura imperiale di Sèvres, degli ebanisti Fourdinois e Dihel, degli orefici Christofle e Froment-Meurice. Artisti come Ingres e Flandrin restarono legati alla tradizione neoclassica, altri innovarono, chi ispirandosi alla pittura inglese come il ritrattista Winterhalter chi dando respiro al Barocco francese come Carpeaux. Altri ancora, Courbet, Manet, Monet o ancora Degas, si affidarono al realismo.