«L’incantesimo del lago» (1984) di Valerio Adami, Collezione Adami

Cortesia dell’Archivio Valerio Adami

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«L’incantesimo del lago» (1984) di Valerio Adami, Collezione Adami

Cortesia dell’Archivio Valerio Adami

Le idee dipinte di Adami a Palazzo Reale

Alla soglia dei novant’anni il pittore bolognese ne festeggia sessantacinque di carriera, unicum nella Pop art con un’antologica a Milano: settanta grandi dipinti e cinquanta disegni realizzati tra il 1957 e il 2023

Alle soglie dei novant’anni (li compirà l’anno prossimo), Valerio Adami festeggia i sessantancinque anni di carriera con la mostra «Valerio Adami. Pittore di idee» (catalogo Skira), visibile in Palazzo Reale dal 17 luglio al 22 settembre. Curato da Marco Meneguzzo con il coordinamento di Valeria Cantoni Mamiani, presidente dell’Archivio a lui intitolato, il progetto ideato per Palazzo Reale è sì un’antologica che esibisce alcune delle opere più significative della sua carriera, ma è anche un’indagine che si propone di porre l’accento su quella specificità che fa della sua pittura un unicum all’interno della grande corrente della Pop art, di cui pure, sin dagli anni ’60, ha condiviso i modelli formali, dalla netta linea di contorno ai colori piatti e vividi e i temi urbani. 

Sin d’allora Adami, gran viaggiatore, assetato di conoscere e di far proprio il meglio di culture sempre diverse, ha posto al centro del suo racconto la figura umana, ma una figura umana tutt’altro che «pop», bensì riferita con evidenza al mondo classico e al mito. Continuando poi a fare della figurazione il nucleo del suo lavoro anche quando s’imposero l’astrazione, il Concettualismo, l’Arte povera. E stratificando così ogni sua opera di significati «ulteriori», che sfuggono a una prima frettolosa (e incolta) lettura. Lui infatti, colto di suo, ovunque abbia vissuto ha sempre coltivato relazioni con figure di primo piano del mondo della letteratura, della musica, della filosofia, come Octavio Paz, Italo Calvino, Jacques Derrida, Luciano Berio, Antonio Tabucchi e Jean-François Lyotard. E da questi dibattiti è scaturito quel suo mondo fitto di figure e figurazioni cifrate, presentato in mostre di grandi musei internazionali. 

A Palazzo Reale sono esposti oltre settanta suoi dipinti di grandi dimensioni (ha sempre amato il grande formato) e una cinquantina di disegni, tutti realizzati tra il 1957, quando aveva 22 anni (Adami è nato a Bologna nel 1935 dalla nobile famiglia dei Romani Adami, scegliendo poi di firmarsi con il solo secondo cognome) e il 2023. Dipinti e disegni, perché proprio quello del disegno è il territorio in cui Adami elabora le stratificazioni semantiche e simboliche (le «idee» del titolo) sottese a ognuna delle sue opere pittoriche. Nella mostra, cui ha contribuito in modo decisivo Fondazione Marconi, con Galerie Templon e Dep Art Gallery, figura anche il documentario «Il Pittore di Poesie» prodotto da Artery Film, regia di Matteo Mavero, cui partecipano lo stesso Valerio Adami e alcuni dei suoi amici filosofi e artisti.

«Vittorio Alfieri nell’atto di farsi legare alla seggiola» (1995) di Valerio Adami. Cortesia dell’Archivio Valerio Adami

Ada Masoero, 15 luglio 2024 | © Riproduzione riservata

Le idee dipinte di Adami a Palazzo Reale | Ada Masoero

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