«No Reason to Move» di Max Coulon al festival «Un Été Au Havre»

© Un Été Au Havre

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«No Reason to Move» di Max Coulon al festival «Un Été Au Havre»

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L’estate contemporanea di Nantes, Metz e Le Havre

Ambientalismo, arte digitale e richiami all’attualità politica i temi ricorrenti dei festival francesi

L’arte contemporanea dilaga negli spazi pubblici delle città francesi durante l’estate. Alcuni di questi festival, che si presentano come percorsi gratuiti attraverso piazze, chiese e monumenti, si sono affermati negli anni diventando appuntamenti fissi dell’estate in città, incoraggiando al tempo stesso la giovane scena artistica francese e internazionale (alcune opere vengono poi acquisite e accolte in modo permanente). 

Tra i più noti c’è «Le Voyage à Nantes» (6 luglio-8 settembre), creato nel 2011, che quest’anno ha per tema «L’albero in città». In place Gaslin è presentata la suggestiva opera di Henrique Oliveira, «Fitzcavallo Dream», una sorta di radice vivente che si arrampica sul palazzo del teatro. Jean-François Fourtou allestisce nella place Royale la famiglia «Hybridus», buffi personaggi metà umani metà vegetali, mentre Fabrice Hyber propone «L’homme de bois», scultura colossale alta 6 m. Altri artisti invitati sono Claire Tabouret, Pierrick Sorin e Caroline Mesquita

Si è affermato anche «Constellations», il festival di Metz dedicato alle arti digitali, la cui ottava edizione si tiene fino al 31 agosto (oltre un milione di visitatori nel 2023). Quest’anno ospita una sessantina di artisti e investe più di una quarantina di luoghi, sul tema della libertà. Si articola in più percorsi. Il percorso notturno «Pierres numériques» propone video mapping, installazioni visive e scenografie laser, alcune site specific. Non manca il riferimento alla guerra in Ucraina, raccontata da Marek Kvetán, artista slovacco, Anton Dehtiarov e Svitlana Reinish, compositore e artista ucraini, in «Masha», installazione sonora creata appositamente per Metz, ispirata alla bambola russa Matrioska. Il percorso diurno «Art & Jardins» allestisce le opere monumentali di 14 artisti, tra cui Valérie Hendrich e Julien Colombier, mentre il percorso «Art urbain» conta 20 opere, tra cui le pitture murali di Nesta, le installazioni fotografiche della eco-artista Laurence Piaget-Dubuis e le sculture XXL di Rero

Un altro festival ormai ben rodato è «Un été au Havre» (fino al 22 settembre), ospitato nella città portuale della Normandia da otto edizioni. Qui già una quindicina di opere presentate in precedenti edizioni costituiscono ormai la collezione permanente della città, come le gigantesche stampe digitali sui palazzi di Grégory Chatonsky e le bizzarre sculture di pietra bianca, nella piazza del municipio, del tedesco Stefan Rinck. Anche la «Lune» surrealista che Arthur Gosse posa questa estate nello square Saint-Roch diventa permanente. Lungo l’avenue Foch sono installate le sedie di Emmanuelle Ducrocq fissate in cima a dei pali, mentre Max Coulon ha realizzato «No Reason to Move», una sorta di capanna di legno posata su due piedi giganteschi. Altri artisti presenti sono Josselin Desbois, Cosmo Danchin-Hamard, Joël Andrianomearisoa ed Edgar Sarin

«L’enfant Hybridus. Esquisse» di Jean-François Fourtou. © Jean-François Fourtou

«Masha» © White night, Bratislava, Slovacchia

Luana De Micco, 05 luglio 2024 | © Riproduzione riservata

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