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Al Centre Pompidou una grande retrospettiva tematica di Walker Evans
- Luana De Micco
- 22 aprile 2017
- 00’minuti di lettura


L’ossessione per il vernacolare
Al Centre Pompidou una grande retrospettiva tematica di Walker Evans
- Luana De Micco
- 22 aprile 2017
- 00’minuti di lettura
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliI suoi scatti della Grande depressione americana dopo il crollo della borsa di Wall Street nel 1929, riuniti nel celebre American Photography, hanno scritto la storia della fotografia. È a Walker Evans che il Centre Pompidou riserva la sua prossima grande retrospettiva (dal 26 aprile al 14 agosto), la prima in Francia di questa importanza dedicata al fotografo statunitense dallo stile documentaristico, per così dire onesto, talvolta austero, sempre efficace. Il curatore è lo storico della fotografia Clément Chéroux che ha appena lasciato il Pompidou per prendere la direzione del dipartimento fotografico del Museum of Modern Art di San Francisco.
Chéroux ha abbandonato la classica visione cronologica dell’opera di Evans per privilegiare un approccio tematico. Una scelta che, ha spiegato, «consente di associare fotografie lontane tra loro nel tempo e nello spazio e far emergere le vere ossessioni di Evans per alcuni temi». E che permette anche e soprattutto di soffermarsi sul «nocciolo duro» del lavoro di Evans: la sua «ricerca appassionata delle caratteristiche fondamentali della cultura vernacolare americana». Il «vernacolare», spiega Chéroux nel catalogo della mostra, «si situa sempre più in basso rispetto a ciò che le istanze di legittimazione culturale hanno riconosciuto come di alto interesse. Si sviluppa alla periferia di ciò che ha valore referenziale. È essenzialmente popolare, legato più alla cultura delle masse che a quella delle élite».
La mostra ripercorre l’intera carriera del fotografo dai primi scatti degli anni Venti alle Polaroid degli anni Settanta attraverso 300 fotografie d’epoca in arrivo da tutto il mondo, ma anche documenti e oggetti che Evans collezionava sin da ragazzino, cartoline, targhe, biglietti della lotteria, ritagli di giornale. La prima parte è dedicata proprio all’aspetto «vernacolare» del suo lavoro, da un punto di vista tematico, con le vetrine dei negozi, le insegne, il popolo degli umili, gli operai, i mendicanti, stralci della cultura e della società americana popolare, quella più vera. La seconda parte mostra come il vernacolare in Evans non sia solo tema, ma anche metodo. Come nelle sue fotografie «architettoniche», con la rappresentazione seriale di edifici, chiese, porte, monumenti. O come negli scatti dei tipici incroci stradali delle città americane, con le loro Main Street, le strade principali, delle ferrovie, dei volti anonimi dei passanti per le strade di Chicago e Detroit e dei viaggiatori della metropolitana newyorkese.