Austin Young, «Piccolo paradiso», 2025

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Austin Young, «Piccolo paradiso», 2025

Nel Chiostro del Bramante è già primavera

Novanta lavori tra dipinti, disegni, sculture, arazzi, manoscritti, fotografie, installazioni, opere di realtà aumentata e intelligenza artificiale, portano a Roma cinque secoli di rappresentazione del fiore, simbolo universale di bellezza

Primavera anticipata al Chiostro del Bramante di Roma con la mostra «Flowers. Dal Rinascimento all’Intelligenza artificiale»: dal 14 febbraio al 14 settembre, il fiore come vertice della bellezza naturale e come simbolo universale è tradotto nelle sue infinite varietà da opere d’arte di cinque secoli.

Da Jan Bruegel il Vecchio ad Ai Weiwei, dalla raffinatezza preraffaellita alle installazioni multimediali contemporanee, e finanche alle opere olfattive, il fiore, come oggetto di stupore e come strumento culturale (anche di protesta), è raccontato in tutti i suoi aspetti. A partire da quelli scientifici. Come i delicati pannelli botanici dipinti da Girolamo Pini, appassionato artista-scienziato della Firenze del XVII secolo. Poco noto oggi, ma celebratissimo ai suoi tempi, con un posto di rilievo alla corte medicea.

Il percorso, che si dipana nelle celle e sulle scale del Chiostro progettate da Bramante per il cardinale Oliviero Carafa nei primi del Cinquecento, comprende complessivamente 90 opere. A selezionarle sono stati i curatori Franziska Stöhr e Roger Diederen, in collaborazione con Suzanne Landau. In rassegna sono esposti dipinti, disegni, sculture, arazzi, manoscritti, fotografie, installazioni, opere di realtà aumentata e intelligenza artificiale. Tra le punte in mostra, le opere di Edward Burne-Jones e William Morris, cantori preraffaelliti della rappresentazione floreale (in dipinti e opere d’arredo), intesa come sintesi tra naturale e artificiale. Kapwani Kiwanga, già vista al Padiglione canadese della Biennale di Venezia 2024, fa dei fiori una metafora limpida di resistenza e rigenerazione, sia in senso sociale sia psicologico. Il praghese Studio Drift è invece presente con installazioni tecnologiche ispirate ai processi naturali. Rebecca Louise Law presenta un tecnocorridoio da percorrere avvolti dall’illusione di essere sommersi da fiori. Una dimensione paradisiaca, perseguita anche da Austin Young nei suoi dipinti splendenti di fiori. Una sezione a sé della mostra è dedicata ai fiori nella scienza e nella politica, con orizzonti tematici che spaziano dalla botanica all’ecologia e alle battaglie per i diritti civili. Coinvolta anche Coldiretti: al centro del rinascimentale chiostro, un’installazione a base di alberi, arbusti e fiori intende raccontare il valore della biodiversità. Il ciclo fotografico «Flower Masks» di Azuma fa proprio il principio della maschera come rivelazione. In questo caso rigorosamente floreale.

Guglielmo Gigliotti, 13 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

Nel Chiostro del Bramante è già primavera | Guglielmo Gigliotti

Nel Chiostro del Bramante è già primavera | Guglielmo Gigliotti