Un acquarello raffigurante le rive della Senna dipinto dal maggiore Paul Ayshford Methuen, che nel 1944 fu incaricato della protezione del patrimonio storico della Normandia nell’ambito della 21st Army

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Un acquarello raffigurante le rive della Senna dipinto dal maggiore Paul Ayshford Methuen, che nel 1944 fu incaricato della protezione del patrimonio storico della Normandia nell’ambito della 21st Army

Nel castello di Rommel ora ci sono i Monuments Men

Documenti, fotografie e oggetti nelle sale del maniero di La Roche-Guyon raccontano l’impresa della task force militare che recuperò le opere trafugate da Hitler

Dal 18 maggio al 24 novembre una mostra ricorda i cosiddetti «Monuments Men», una task force militare organizzata dalle Forze Alleate durante la Seconda guerra mondiale con la missione di proteggere il patrimonio culturale e storico delle zone di guerra, in particolare modo in Europa, e recuperare le opere d’arte che erano state trafugate dai nazisti per conto di Hitler. Era composta da 345 uomini e donne, tra cui ufficiali dell’esercito statunitense e britannico, ma anche moltissimi civili, professionisti dell’arte, docenti universitari, curatori, direttori di musei, bibliotecari, storici dell’arte. 

La mostra si tiene nelle sale del castello di La Roche-Guyon, alle porte della Normandia, in origine una fortezza medievale, costruita nel XII secolo, ampliata e modificata nei secoli seguenti, e che, nel ’700, passò nelle mani dei duchi di La Rochefoucauld, i quali vi fecero aggiungere un’ala barocca. Dal marzo 1944, e per sei mesi, il castello fu occupato dalle truppe del generale nazista Erwin Rommel e inserito quindi nella lista dei siti da proteggere: è monumento storico dal 1943. A ottant’anni dalla Liberazione, la mostra, in un percorso crono-tematico, è curata da Mattéo Grouard, storico e specialista del secondo conflitto mondiale. Gli «ufficiali dell’arte» del programma Monuments, Fine Arts and Archives (Mfaa) furono attivi tra il 1943 e il 1946 in Francia, in Italia, e in particolare in Sicilia, in Belgio, Austria, Germania e Nord Africa. 

Attraverso documenti di archivio, fotografie, articoli di giornale, manifesti, manoscritti e oggetti d’epoca, come uniformi e carte geografiche, si racconta la storia di questa missione speciale e degli uomini e donne che vi parteciparono. Tra questi il tenente statunitense James J. Romirer, conservatore del Dipartimento d’Arte medievale al Metropolitan Museum of Art di New York, che fu inviato a la Roche-Guyon. O ancora John E. Dixon-Spain della Royal Air Force, un architetto britannico che raggiunse il programma Mfaa nel giugno 1944 e fu tra i primi Monuments Men a sbarcare in Normandia, a luglio. È esposto tra gli altri oggetti un acquarello che rappresenta le rive della Senna dipinto dal maggiore Paul Ayshford Methuen, zoologo e pittore britannico, veterano della Prima guerra mondiale, che nel 1944 fu incaricato della protezione del patrimonio storico della Normandia nell’ambito della 21st Army. 

I Monuments Men (che nel 2014 hanno ispirato a George Clooney l’omonimo film) riuscirono a recuperare più di cinque milioni di beni culturali trafugati. Tra questi, vengono regolarmente citati il «Polittico dell’Adorazione dell’Agnello mistico» di Hubert e Jan van Eyck, la «Madonna di Bruges» di Michelangelo, l’«Astronomo» di Jan Vermeer e l’«Annunciazione» di Beato Angelico.

Château de la Roche-Guyon. © Film Paris Region - Luc Detours

Luana De Micco, 16 maggio 2024 | © Riproduzione riservata

Nel castello di Rommel ora ci sono i Monuments Men | Luana De Micco

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