«One Thousand Shacks» di Tracey Snelling (particolare)

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«One Thousand Shacks» di Tracey Snelling (particolare)

Nelle case che abitiamo troviamo la nostra salvezza

Le opere di Tracey Snelling protagoniste a Venezia di un nuovo progetto curato da Luca Massimo Barbero 

Dopo «Chutzpah - Una tenda che non è una tenda, animali che non sono animali», il progetto artistico di Atelier dell’Errore (2022), e «The Hungriest Eye. The Blossoming of Potential», dell’artista Arthur Duff (2023), la casa (al terzo piano delle Procuratie Vecchie) di The Human Safety Net, Fondazione del gruppo Generali dedicata al sostegno delle famiglie vulnerabili e all’integrazione dei rifugiati attraverso il lavoro e l’imprenditorialità, ospita un nuovo progetto curato da Luca Massimo Barbero che interroga e stimola lo spettatore sulla percezione del sé attraverso lo spazio abitato. «About us. Tracey Snelling for The Human Safety Net», è visibile dal 13 aprile per un anno nelle sale dell’Art Studio, dove l’arte dialoga con il sociale all’interno del percorso interattivo permanente «A World of Potential»

Tracey Snelling (Oakland, Usa, 1970) restituisce la sua percezione di un luogo, delle persone che lo abitano e della loro esperienza attraverso scultura, installazioni, fotografia e video. La sua ricerca nasce dall’analisi di tematiche sociologiche, dal voyeurismo e dall’osservazione dell’architettura urbana. Attraverso il suo linguaggio racconta le abitazioni come espressione dell’identità o, al contrario, racconta la loro mancanza con gli effetti sulla persona (dalla vulnerabilità al senso di comunità) e i modi in cui l’aiuto e il cambiamento impattano su coloro che sono svantaggiati. L’artista ricrea in scala ridotta ambienti ed edifici ispirati alle impressioni di luoghi conosciuti nel corso dei suoi viaggi nel mondo. Installazioni in materiali e tecniche artigianali in simbiosi con semplici inserimenti tecnologici alludono ai problemi di sovrappopolazione, affollamento e povertà nelle grandi città. 

«Tenement Rising» di Tracey Snelling (particolare)

Simone Bemporad, vicepresidente di Fondazione The Human Safety Net e Group Chief Communications & Public Affairs Office del Gruppo Generali, afferma: «Partire da una condizione tangibile della nostra esistenza come espressione della nostra identità per parlare di comunità è la riflessione che Tracey Snelling pone con le sue installazioni architettoniche. Un dialogo con l’arte che arricchisce con un nuovo originale tassello il percorso permanente “A World of Potential”, un invito a sperimentare come comprendere e connettersi con il proprio potenziale, per avere un’impronta positiva nella società, nella Casa della Fondazione The Human Safety Net, sempre più spazio di riflessione e condivisione per la comunità locale e internazionale, sui temi dell’inclusione e della sostenibilità». 

Aggiunge il curatore Luca Massimo Barbero: «La presenza delle opere scultoree realizzate da Tracey per l’Art Studio costituisce un’occasione unica e significativa per presentare al pubblico il suo lavoro di continua ricerca e costituisce un collegamento ideale e concettuale con la mission della Fondazione. Le sue opere rappresentano l’idealizzazione e il rapporto con l’architettura intesa come abitazione, come condivisione dell’ambiente cittadino, come luogo dei bisogni essenziali del singolo. Così come accade all’interno delle Procuratie Vecchie, dove il pubblico, nella sua pluralità di presenza, si confronta all’interno dell’architettura con il contenuto dell’essere umano, le sue vicende, l’idea di come l’umanità viva in modo differente e dando voce allo straniero, al rifugiato, al migrante. Mentre i video scorrono, si crea una narrazione interattiva di grande confronto, un viaggio attraverso la pluralità e la molteplicità dell’umano, alla scoperta dell’unicità e del potenziale del singolo, un vero e proprio processo di cui il percorso espositivo “A World of Potential” è solo l’inizio».

Veronica Rodenigo, 15 aprile 2024 | © Riproduzione riservata

Nelle case che abitiamo troviamo la nostra salvezza | Veronica Rodenigo

Nelle case che abitiamo troviamo la nostra salvezza | Veronica Rodenigo