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«Monochromatic Jokes» (2016), di Richard Prince. Foto Benoît Fougeirol

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«Monochromatic Jokes» (2016), di Richard Prince. Foto Benoît Fougeirol

Richard Prince tra pop e pulp

A Ginevra la collezione completa di volumi di e sull’artista e fotografo americano

Luana De Micco

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«Richard Prince. All books and some prints» presenta fino al 30 maggio al Centre de la Photographie la collezione completa di volumi di e sull’artista e fotografo americano dal 1980 al 2018. Insieme a Cindy Sherman e Sherrie Levine Prince (Panama, 1949) è una delle figure di punta del movimento della Pictures Generation sorto a fine anni ’70 a New York.

Trasferitosi nella Grande Mela nel 1974, comincia a lavorare a partire da immagini tratte dai magazine e dai libri, riutilizzando note campagne pubblicitarie. È considerato uno dei precursori della «appropriation art»: «(Ri)fotografando immagini pubblicitarie o riciclando elementi della cultura popolare come i western, i fumetti e la pulp fiction, Prince interroga i fondamenti della mitologia americana, la sua costruzione e la gerarchia tra l’arte popolare e la cosiddetta arte classica», spiega Christophe Daviet-Thery, curatore della mostra insieme a Joerg Bader.

Nei primi anni ’80 Prince avviò la famosa serie «Cowboys», costruita a partire dalle pubblicità di una marca di sigarette, sul tema della virilità. In questo caso è presentata anche la copia del «Life Magazine» del 22 agosto 1949 con il cowboy in copertina, che era stata una delle sue fonti di ispirazione. Tra le altre serie più note, «Nurses paintings» (2003), nata riciclando le copertine di riviste «pulp».

«Monochromatic Jokes» (2016), di Richard Prince. Foto Benoît Fougeirol

«Cowboy», di Richard Prince (dettaglio).

Luana De Micco, 12 aprile 2021 | © Riproduzione riservata

Richard Prince tra pop e pulp | Luana De Micco

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