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Una veduta della mostra al MaXXI: «Curvare Spazio Tempo», foto Cecilia Fiorenza

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Una veduta della mostra al MaXXI: «Curvare Spazio Tempo», foto Cecilia Fiorenza

Tra Einstein e Duchamp tutto è relativo

Arte, scienza e cosmonautica al MaXXI

Federico Castelli Gattinara

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Roma. È un’inedita collaborazione quella che ha unito il MaXXI, l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) nell’ideazione e realizzazione della mostra «Gravity. Immaginare l’universo dopo Einstein» (catalogo Corraini). «Dopo Einstein», cioè dopo il 1915, quando la sua relatività generale, inizialmente accolta con scetticismo, scardinerà la visione dell’Universo attraverso il concetto di spazio-tempo, spiegandone la struttura tetradimensionale: le tre dimensioni spaziali più quella temporale. Ed è la sua previsione teorica delle onde gravitazionali che porterà un secolo dopo all’assegnazione, lo scorso ottobre, del Nobel per la Fisica a Barish, Thorne e Weiss, per il loro ruolo nella scoperta di queste onde.

La rivoluzione del  fisico tedesco aprì anche nuovi immaginari artistici che oggi, accostati ai progressi scientifici, rivelano connessioni sorprendenti. Aperta dal 2 dicembre al 29 aprile, la mostra prende avvio con il modello della sonda Cassini, che ha viaggiato per vent’anni nello spazio alla volta di Saturno, sospeso nella hall del MaXXI insieme ad «Aeroke» (2017), installazione di due palloni aerostatici specchianti di Tomás Saraceno, l'artista e architetto argentino conosciuto per le sue presenze alla Biennale di Venezia e la visionaria installazione «On Space Time Foam» all’HangarBicocca di cinque anni fa.

La mostra si snoda tra installazioni scientifiche, reperti storici, simulazioni di esperimenti (dal cannocchiale di Galilei e il suo Dialogo sopra i due massimi sistemi del 1632 allo Specchio di Virgo per captare le onde gravitazionali) e artisti che fanno loro da contrappunto: Duchamp con «3 Stoppages étalon» (1913-14), Allora & Calzadilla, Laurent Grasso, Peter Fischli e David Weiss, e ancora Saraceno con altri lavori, tra cui «Cosmic Concert», un’installazione videosonora che ingloba l’intero percorso.

È un itinerario immersivo, interattivo, coinvolgente, scandito sui concetti chiave di spazio-tempo, confini e crisi, affiancato da una ricca agenda di incontri, reading teatrali, una rassegna di film in collaborazione con la Fondazione Cinema per Roma e una di documentari col National Geographic.

Tra gli ospiti, artisti e scienziati ma non solo, e nomi notissimi come Fabiola Gianotti, Massimo Cacciari, Gianfranco Ravasi e l’astronauta Samantha Cristoforetti.

La mostra è curata da Luigia Lonardelli (MaXXI), Vincenzo Napolano (Infn) e Andrea Zanini (Asi).


MaXXI | GRAVITY. IMMAGINARE L'UNIVERSO DOPO EINSTEIN

Una veduta della mostra al MaXXI: «Curvare Spazio Tempo», foto Cecilia Fiorenza

Federico Castelli Gattinara, 11 dicembre 2017 | © Riproduzione riservata

Tra Einstein e Duchamp tutto è relativo | Federico Castelli Gattinara

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