«Studi per San Girolamo» (1600-02) di Agostino Carracci, Francoforte, Städel Museum (particolare)

© Städel Museum, Francoforte

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«Studi per San Girolamo» (1600-02) di Agostino Carracci, Francoforte, Städel Museum (particolare)

© Städel Museum, Francoforte

Un Grand Tour cartaceo del Barocco in Italia

Poiché il nostro paese è ospite d’onore alla Buchmesse 2024, lo Städel Museum espone 90 disegni di maestri italiani della sua ricca collezione permanente: da Bernini ai Carracci, da Guercino al Grechetto

In occasione della Buchmesse 2024, dedicata all’Italia, dal 10 ottobre al 12 gennaio lo Städel Museum dedica ai maestri del disegno barocco italiano la mostra «Fantasia e passione: disegni dai Carracci a Bernini». Per gli artisti del Seicento italiano il disegno fu componente tanto centrale della loro poetica da dargli dignità di medium artistico autonomo. Eseguiti a penna e pennello o a gesso nero o rosso, i 90 fogli barocchi italiani esposti dalla collezione museale (schizzi, studi o singoli lavori indipendenti) mostrano ampia composizione, movimento e dinamicità, chiaroscuri drammatici, eccezionale espressività. 

La mostra è concepita come un Grand Tour nei principali centri italiani del Barocco in Italia: Bologna e Roma sono presenti con molte opere, seguite da Firenze, mentre meno numerosi ma non minori sono gli esempi da Genova, Marche e Napoli (Venezia fu già in mostra nel 2006-07). Fra i disegni esposti, accanto al «Ritratto maschile di tre quarti verso destra» (1635 ca) di Gian Lorenzo Bernini, spiccano quelli bolognesi. A Bologna (con Roma il più importante centro del Barocco italiano) Annibale Carracci (1560-1609), il fratello Agostino (1557-1602) e il cugino Ludovico (1555-1619) crearono con l’Accademia degli Incamminati una vera riforma dell’arte del secondo Cinquecento centrata sull’aderenza al vero e lo studio della natura, a contrasto del Manierismo diffuso. Negli «Studi di san Girolamo» di Agostino Carracci (1600-02) si coglie l’attenta ricerca della soluzione compositiva ideale a mostrare il corpo vigoroso del santo in tre diverse pose devozionali, mentre in «Amore che suona il flauto con Sileno in Arcadia» (1597-1600 ca) di Annibale Carracci, luce calda del meriggio e refrigerio dell’ombra sono resi in modo perfino palpabile. La delicatezza espressiva di Giovanni Francesco Barbieri il Guercino (1591-1666), insieme ai Carracci fra i pittori bolognesi più prolifici di disegni, è presente in collezione con molti fogli, seppur non tutti di certa attribuzione ma solo di cerchia, e fra i primi spicca la «Cena in Emmaus» (1619 ca). Ancora da Bologna, ma cent’anni dopo, 

Giovan Gioseffo dal Sole (1654-1719) con l’intimista, soave «Madonna col Bambino» (1700 ca). Da Firenze, invece, vengono Andrea Sacchi (1599-1661), Carlo Maratti (1625-1713) e il suo allievo Giuseppe Passeri (1654-1714), di cui «Angelo incorona sant’Andrea e un santo Cavaliere» stupisce per la frenesia pittorica, esaltata dalla colorazione rossa della carta e dall’esecuzione a pennello, e poi Cristofano Allori (1577-1621): suo lo «Studio di ragazzo con cappello» (1600 ca), dallo sguardo obliquo e ammiccante, e Stefano della Bella (1610-64) con la travolgente «Caccia al Cervo» del 1654. Da Genova, la cui arte conobbe scambi vivaci col resto d’Europa, le opere di Giovanni Benedetto Castiglione il Grechetto (1609-64) portano la tecnica non convenzionale del pennello inumidito in olio di lino prima di immergerlo nel pigmento, così da ottenere pennellate umbratili la cui diversa trasparenza o opacità crea una rarefatta profondità.

«Ritratto maschile di tre quarti verso destra» (1635 ca) di Gian Lorenzo Bernini, Francoforte, Städel Museum. © Städel Museum, Francoforte

Giovanni Pellinghelli del Monticello, 08 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

Un Grand Tour cartaceo del Barocco in Italia | Giovanni Pellinghelli del Monticello

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