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Sculture, vasi, opere monumentali e una grande installazione di quattro artisti nella «casa» torinese dell’arte antica
- Elena Correggia
- 23 ottobre 2024
- 00’minuti di lettura


«Panacée I,II,III» (2021) di François Fernandez
© François Fernandez
Un crossing contemporaneo a Palazzo Madama
Sculture, vasi, opere monumentali e una grande installazione di quattro artisti nella «casa» torinese dell’arte antica
- Elena Correggia
- 23 ottobre 2024
- 00’minuti di lettura

Elena Correggia
Leggi i suoi articoliQuattro artisti contemporanei, diversi per formazione e provenienza, si confrontano con la storia, la vasta collezione e gli aulici spazi di Palazzo Madama Museo Civico d’Arte Antica. È il percorso di «Crossing. Attraversare una collezione», a cura di Cristina Beltrami, fino all’8 dicembre. Ad aprire l’esposizione «Panacée», le sculture di Frédérique Nalbandian, tre figure monumentali, in cima allo scalone juvarriano che richiamano la statuaria antica. Il dialogo col passato si immerge in una dimensione nettamente contemporanea con l’impiego di materiali inattesi. Le sculture, in marmo a un primo sguardo, sono invece realizzate in stoffa e sapone. Un gioco illusorio e un’inversione fra apparenza e realtà che seguono le orme proprie dell’Arte povera. Una rilettura molto attuale della produzione maiolica classica è poi offerta dal giovane artista cinese RunoB, che nella sala delle ceramiche propone 10 vasi creati durante una recente residenza a Nove (Vi), centro di una storica manifattura. I motivi decorativi delle ceramiche antiche a tema culinario, presenti anche nella collezione del museo, hanno colpito RunoB che li ha rivisitati nella sua installazione utilizzando l’iconografia dei fast food e l’abitudine di oggi del take-away.
«Lunaire» è invece il tondo di quasi due metri che Marta Sforni ha realizzato come omaggio al monumentale lampadario del 1928 dei fratelli Toso che domina la sala dedicata ai vetri. Il lampadario veneziano è centrale nella pittura di Sforni, che dà vita a questi fragili giardini pensili dipinti per sottili velature e con grande attenzione ai dettagli. La mostra si conclude con una grande installazione di Giuseppe Lo Cascio, giovane artista palermitano che attribuisce nuovi significati a oggetti di uso quotidiano lavorando sul tema della memoria. I suoi schedari monumentali, in metallo e cartoncino o lamine plastiche, superano il semplice significato di strumenti per l’ufficio e diventano un immenso raccoglitore di memoria e custode del sapere, assecondando la funzione originaria del museo.