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In 100 opere tutti i temi di Paul Cézanne
- Ada Masoero
- 12 giugno 2017
- 00’minuti di lettura


Sono un centinaio, e coprono l’intero percorso del pittore, le opere di Paul Cézanne (1839-1906) riunite da Daniel Marchesseau, conservateur général honoraire du Patrimoine de France, nella mostra «Cézanne. Le Chant de la terre», visibile dal 16 giugno al 19 novembre alla Fondation Pierre Gianadda.
Gli 80 dipinti e la ventina di lavori su carta selezionati nelle maggiori collezioni pubbliche e private di Europa, Stati Uniti e Giappone, indagano i temi prediletti dall’artista di Aix-en-Provence, che furono deliberatamente pochi, e da lui esplorati con ostinazione in innumerevoli variazioni, in una continua sfida con se stesso e con i fondamentali della pittura.
Caparbio, burbero, e «roccioso» come l’amatissima montagna Sainte-Victoire, alle cui vedute si dedicherà ossessivamente in vecchiaia, Cézanne, che era figlio di un’agiata famiglia provenzale, esordì negli anni Sessanta con una pittura scabra e rude, che si schiarì, animandosi delle vibrazioni della luce, solo negli anni Settanta, quando lavorò al fianco di Pissarro nell’Ile-de-France. Partecipò senza successo alla prima e alla terza mostra degli impressionisti, nel 1874 e nel 1877 (la sua prima personale, da Ambroise Vollard, si terrà solo nel 1895), per ritirarsi poi in un esilio eremitico ad Aix.
Oggetto della sua ricerca restò, fino alla fine, la struttura fondamentale del reale, che gli guadagnerà l’ammirazione dei pittori più giovani, primo fra tutti Picasso, dai quali, specie dopo la sala personale al Salon d’Automne del 1904, sarà considerato un maestro.
La mostra documenta la sua parabola con opere esemplari, rappresentative di tutti i suoi temi: oltre ai paesaggi (una cinquantina), sono allestiti una decina di nature di morte, 15 ritratti e figure, e le celeberrime composizioni di bagnanti. Così come la mostra, anche il catalogo si propone di restare come un punto fermo nello studio di questo padre della modernità.